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Bloccate in Libia da mesi: l'appello di Corbelli dalla Calabria per le quattro donne camerunensi

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, informa che “c’è oggi qualche spiraglio, che si spera nell’intervento del Governo e della Comunità di Sant’Egidio per poter risolvere la vicenda delle quattro donne camerunensi (due giovanissime madri con le loro rispettive bambine, una di 1 anno e mezzo e l’altra di appena 2 mesi e mezzo) che sono, da molti mesi, ancora bloccate in Libia dopo essere state prima imprigionate (perché non avevano i soldi per pagare il riscatto, preteso dai loro carcerieri) e poi, dopo un po’ di tempo, liberate, mentre i loro mariti, con altri due figlioletti, sono, dal novembre dello scorso anno, ospitati ad Acquaformosa, accolti nell’ambito di un progetto di accoglienza, promosso dall’Associazione “don Vincenzo Matrangolo”, presieduta da Giovanni Manoccio, che aveva sollevato, nei mesi scorsi, questo caso lanciando un appello per queste donne”. Corbelli era subito intervenuto e insieme a Manoccio stanno adesso, dal febbraio di quest’anno, portando avanti questa iniziativa umanitaria, che si spera possa adesso trovare una soluzione definitiva grazie all’intervento della premier Meloni, a cui ha rivolto un appello l’attivista dei diritti civili, e alla Comunità di Sant’Egidio, a cui, pochi giorni fa, ha chiesto di intervenire, con l’attivazione di un corridoio umanitario, l’ex sindaco di Acquaformosa, Manoccio. Corbelli ricorda di aver personalmente interessato di questa vicenda umana anche il Sottosegretario agli Interni, Wanda Ferro. “Purtroppo queste donne continuano, oramai da diversi mesi, a restare bloccate in Libia e, dopo la loro liberazione, non si riesce a farle arrivare in Italia e quindi ad Acquaformosa, dalle loro famiglie. Occorre che l’UNHCR, l’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati, li inserisca nelle liste di evacuazione dalla Libia. Ed è a loro, a questo organismo delle Nazioni Unite, che è stato rivolto un primo, accorato appello affinché si procedesse al più presto con questo adempimento, per consentire così a queste donne di arrivare regolarmente in Calabria. Ma non è un’operazione semplice perché sono molti i migranti che aspettano in Libia di poter avere il visto per poter lasciare il Paese africano e raggiungere l’Italia e altre destinazioni europee. Per questo confidiamo oggi nell’intervento del Governo e della Comunità di Sant’Egidio”.

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