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Calabria bocciata alle prove Invalsi. Italiano e Matematica, obiettivi falliti

Secondo il rapporto “Agnelli”-“Rocco”, il 60% degli studenti resta sotto la soglia delle competenze minime alfabetiche e numeriche. L’indagine evidenzia marcate differenze territoriali e tra scuole

L’impoverimento materiale di bambini e adolescenti è un male oscuro che continua a dilatarsi. La povertà educativa, nelle regioni più fragili è una cicatrice che s’allarga in mezzo ai declivi scavati dalle storiche disuguaglianze. Il Nord è sempre più vigoroso e gravido di opportunità. E, poi, c’è il Sud, in particolare quello che comincia a Eboli, dove la terra è, ovunque, incrinata e rotola in fretta verso l’abisso. Visto da qui, il resto del Paese sembra lontano, nella sanità, nei trasporti, nei servizi essenziali in genere. Qui tutto diventa straordinario, persino una visita medica ottenuta in tempi accettabili o un treno che arrivi in orario. E, poi, c’è l’istruzione raccontata dall’ultimo report delle Fondazioni “Agnelli” e “Rocca” sulle differenze di apprendimento nei territori e tra le scuole. Il focus sulle prove Invalsi nelle secondarie di secondo grado, in particolare, definisce uno scenario assai preoccupante che evidenzia differenze tra macroaree: «È come se in Matematica – scrivono gli autori della ricerca – gli studenti del Sud e Isole avessero fatto oltre 2 anni di scuola in meno rispetto a quelli del Nord».
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