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Nella Calabria dei caporali serve una Centrale di allarme emersione

La regione vanta il primato nazionale per tasso di lavoro irregolareBenedetto Di Iacovo (Confial): «Una black list per le imprese che utilizzano occupazione in nero per escluderle da tutti i finanziamenti pubblici»

Arrivano a migliaia sulle coste della Sicilia, la porta più a Sud verso la terra promessa. Sono quasi tutti neri e quasi tutti cercano la salvezza nell’Europa che comincia a Lampedusa. Per le mafie degli sbarchi l’esodo verso il Nord è un grande affare. Le vite di questi disperati valgono ognuna in media tremila dollari, il prezzo del biglietto per un viaggio della speranza. Per i trafficanti è solo carne umana da caricare su gommoni, merce da spedire sull’altra sponda. È così che uomini, donne e bambini vanno incontro al loro destino, ai loro sogni. In tanti ce la fanno, molti con l’aiuto delle motovedette della Marina italiana o con le navi delle Ong.

Per altri, invece, il sogno finisce in fondo al Mediterraneo e i loro corpi ripescati, poi, sulla terra ferma. Impossibile contare quelli che muoiono in mezzo alla lingua di mare che separa l’Africa dall’Europa. Comincia così l’incubo di migliaia di uomini e donne che non hanno nomi, non hanno volti. Arrivano come profughi e diventano martiri della fatica, qui in quel paradiso promesso che per loro si rivelerà un inferno nelle mani di coppole e reggipanza della ’ndrangheta. È il destino di quelle migliaia di uomini e donne che vivono da “invisibili” nelle sterminate pianure di Gioia Tauro, della Sibaritide e del Crotonese.
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