Zes, Calabria con poco slancio. Pesano i nodi infrastrutturali
Il potenziale della Zes Unica è ancora in buona parte da dispiegare in Calabria. I dati attuali, che emergono dal percorso svolto finora dalla Zona economica speciale che “copre” l’intero Mezzogiorno, mostrano come le peculiarità di ciascun territorio finiscano per incidere sulla sua capacità di svilupparsi. Un dato, per la verità, già intuibile anche prima dell’avvento della Zes: la presenza di infrastrutture adeguate non può infatti che agevolare l’economia di una regione, così come la presenza di un tessuto produttivo già sviluppato. Più aziende ci sono, è il ragionamento sottinteso, più è probabile che queste siano intenzionate ad ampliarsi o che arrivino nuovi imprenditori pronti a ritagliarsi fette di mercato. Strade, ferrovie e porti ben collegati tra loro chiudono il cerchio di un panorama che offre le condizioni migliori per avvicinare le aziende ai mercati di riferimento, alcuni dei quali oggi si trovano anche a enorme distanza ma diventano raggiungibili grazie alle infrastrutture digitali.
Lo scenario regionale
La condizione calabrese non è brillante sotto entrambi i punti di vista: quello economico-produttivo e della dotazione infrastrutturale. E i numeri che emergono dal rapporto tra Zes unica e Calabria sembrano in effetti mostrarlo. In questa prima fetta del 2025, la Struttura Zes ha rilasciato per la Calabria appena due provvedimenti di autorizzazione unica (Au) su un totale di 179 finora emessi nel Mezzogiorno (con la Campania a fare la parte del leone). L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale