
È stata confermata dal Tar del Piemonte l’interdittiva antimafia adottata dalla prefettura di Torino nell’ottobre del 2024 nei confronti dell’impresa di costruzioni Cogefa.
Nella sentenza i giudici prendono in esame una serie di figure che hanno avuto un ruolo all’interno della società: in primo luogo Roberto Fantini che, sebbene sia uscito dalla compagine nel 2014, è indicato come «attivo in altri enti del gruppo» ed è imputato di concorso esterno in associazione mafiosa a Ivrea nel processo Echidna per vicende avvenute quando era al vertice di Sitalfa, azienda specializzata nella manutenzione dell’autostrada del Frejus.
Come riportano La Stampa e il Corriere della Sera, Cogefa ha manifestato «stupore» per la decisione dei giudici amministrativi e ha annunciato un ricorso al Consiglio di Stato.
Nel corso del procedimento la società ha sostenuto che «non è stato dimostrato il requisito dell’infiltrazione mafiosa», evidenziando di aver modificato il proprio assetto societario, passando da una realtà prettamente familiare a una di tipo manageriale.
Il Tar ha però respinto questa tesi, chiarendo che «non è necessario che sia dimostrata l’intervenuta infiltrazione bensì soltanto la sussistenza di elementi sintomatico-presuntivi dai quali, secondo un giudizio prognostico latamente discrezionale, sia deducibile il pericolo di ingerenza».
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