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Dispositivi medici in eccedenza in Calabria, scontro sui rimborsi delle aziende

Il Tar Lazio ha respinto il ricorso degli imprenditori, Regioni pronte a passare all’incasso In Calabria la partita vale alcuni milioni. Il Mef lavora alla mediazione tra i contendenti

In Calabria non si raggiungono le cifre record fatte segnare da altre regioni, ma quello del pagamento del payback da parte delle aziende fornitrici di dispositivi medici rischia di diventare un altro fronte “caldo”. Piccolo passo indietro: con payback ci si riferisce al meccanismo che impone alle aziende fornitrici di farmaci e dispositivi medici di contribuire a ripianare la spesa regionale che supera un determinato tetto. In pratica, se la regione spende di più per questi prodotti rispetto a quanto previsto, le aziende sono obbligate a restituire una parte dell’eccesso. La questione è tornata di stretta attualità dopo la recente pronuncia del Tar del Lazio che ha respinto il ricorso presentato da alcune aziende private, confermando la sentenza della Corte costituzionale che aveva riconosciuto la legittimità della misura, disponendo in capo alle oltre 1.800 imprese di ripianare lo sforamento dei tetti di spesa regionali per il periodo 2015-2018.
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