
Le ansie si rovesciano come una macchia nera sulla linea del tempo. In questi anni, il vento delle migrazioni ha svuotato la Calabria, riempiendo altre regioni. Sono, soprattutto, i giovani che vanno via e, spesso obbligati, si ritrovano a scrivere una storia nuova lontano dalle proprie case, dai propri affetti. E così, l’arrivo delle festività diventa l’occasione per un ritorno alle radici grazie all’opportunità offerta dal lungo ponte di Pasqua, Pasquetta e della Liberazione. Ma per migliaia di calabresi, il ritorno a Itaca sta assumendo i connotati della disperazione declinata dal vertiginoso aumento dei prezzi di treni, voli e autobus. Rincari che negano il diritto alla mobilità. Aumenti fuori controllo che riprendono il canovaccio che ha scavato un fossato nella storia del Sud bistrattato: la condanna all’isolamento, alla povertà, alla mancanza di servizi adeguati, di speranze per i giovani. Temi che riportano, inevitabilmente, a galla la questione meridionale attraverso disparità territoriali e nei diritti fra cittadini di aree diverse dello stesso Stato.
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