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Bus, voli e treni in Calabria: una Pasqua di rincari. Prigionieri nella giungla delle tariffe

L’indagine di Federconsumatori Calabria conferma l’escalation dei costi: +219 euro per le Frecce in 20 giorni. M5S chiede un intervento del governo: «Il diritto alla mobilità non può essere soggetto a logiche del profitto»

Le ansie si rovesciano come una macchia nera sulla linea del tempo. In questi anni, il vento delle migrazioni ha svuotato la Calabria, riempiendo altre regioni. Sono, soprattutto, i giovani che vanno via e, spesso obbligati, si ritrovano a scrivere una storia nuova lontano dalle proprie case, dai propri affetti. E così, l’arrivo delle festività diventa l’occasione per un ritorno alle radici grazie all’opportunità offerta dal lungo ponte di Pasqua, Pasquetta e della Liberazione. Ma per migliaia di calabresi, il ritorno a Itaca sta assumendo i connotati della disperazione declinata dal vertiginoso aumento dei prezzi di treni, voli e autobus. Rincari che negano il diritto alla mobilità. Aumenti fuori controllo che riprendono il canovaccio che ha scavato un fossato nella storia del Sud bistrattato: la condanna all’isolamento, alla povertà, alla mancanza di servizi adeguati, di speranze per i giovani. Temi che riportano, inevitabilmente, a galla la questione meridionale attraverso disparità territoriali e nei diritti fra cittadini di aree diverse dello stesso Stato.
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