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'Ndrangheta, il 41 bis a Giuseppe Morabito: la Corte europea condanna l'Italia

A Morabito è stato diagnosticato un progressivo deterioramento cognitivo e per la Cedu l'applicazione estesa del regime del 41bis non era sufficientemente giustificata

Un'immagine simbolica della cella di un carcere italiano . ANSA

La Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha condannato l’Italia per aver mantenuto sotto il regime del 41bis lo 'ndranghetista Giuseppe Morabito. A Morabito è stato diagnosticato un progressivo deterioramento cognitivo e la Cedu «non è convinta che l’Italia abbia dimostrato in modo convincente che, nelle particolari circostanze di questo caso, l’applicazione estesa del regime del 41bis fosse sufficientemente giustificata».

La Corte, con sei voti contro uno, ha dunque condannato il Paese per la violazione dell’articolo 3 che proibisce di sottoporre chiunque a trattamenti inumani e degradanti. Nella sentenza si specifica che «la Corte non vede come una persona affetta da un indiscusso declino cognitivo - e addirittura diagnosticata con il morbo di Alzheimer - e incapace di comprendere la propria condotta o di seguire un’udienza giudiziaria, possa allo stesso tempo conservare una capacità sufficiente per mantenere o riprendere - in un’età così avanzata, dopo quasi vent'anni trascorsi in un regime particolarmente restrittivo - contatti significativi con un’organizzazione criminale».

La sentenza copre il periodo fino al 24 maggio del 2023, perchè in quella data il 41 bis è stato interrotto perchè Morabito è stato ospedalizzato per essere operato d’urgenza. Nella sentenza i giudici della Cedu hanno stabilito che l’Italia non ha violato i diritti dell’uomo continuando a tenerlo in carcere e che la constatazione della violazione costituisce di per se un’equa soddisfazione sufficiente per il danno morale subito da Morabito

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