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'Ndrangheta in curva, Ingroia per i Bellocco e contro pm: "E' omicidio aggravato"

L’avvocato siciliano rappresenta la moglie della vittima.

Antonio Ingroia

La contestazione che ha fatto la Procura di Milano sull'omicidio dello 'ndranghetista e componente del direttivo della curva Nord interista, Antonio Bellocco, ucciso a coltellate dal capo ultrà nerazzurro Andrea Beretta lo scorso settembre, «è del tutto inadeguata e noi ci opporremo alla possibilità per Beretta di chiedere l’abbreviato, perché a nostro giudizio gli vanno contestate le aggravanti della premeditazione, dei motivi abietti e della crudeltà, che sono da ergastolo e con processo in Assise». Lo ha detto Antonio Ingroia, ex pm e legale di parte civile in uno dei filoni della maxi udienza, davanti alla gup di Milano Rossana Mongiardo, delle indagini sulle curve di San Siro, ossia l'omicidio di Bellocco, nel quale l’avvocato siciliano rappresenta la moglie della vittima.

Oggi il procedimento è stato stralciato e rinviato al 15 aprile per una mancata notifica alla madre di Bellocco, detenuta al 41bis e anche lei parte civile. A chi gli ha chiesto come possa un «paladino antimafia" rappresentare i familiari di uno 'ndranghetista, Ingroia ha risposto: «Io sono ancora un simbolo dell’antimafia e questa costituzione di parte civile è molto simbolica, perché c'è una giovane donna a cui è stato ucciso brutalmente il marito, padre di famiglia, e le vicende giudiziarie che riguardavano lui non possono riguardare moglie e figli». E ancora: «Mai come in un processo del genere, in cui sono in ballo cittadini di una terra dimenticata come la Calabria, è importante dare dei segnali di ritorno di fiducia nella giustizia».

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