Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il futuro del turismo in Calabria? Mare ed estate non bastano più

Il 54% di arrivi legati alla balneazione, 43% di “repeater” (in Italia 15%). E sul “click day” per il sostegno all’accoglienza monta il caso politico

Calabria four season: se la parola d’ordine è destagionalizzare, gli strumenti per una proposta turistica buona per tutte le stagioni ci sono tutti. Il problema, semmai, è passare dagli slogan ai risultati. Ne sembrano consapevoli alla Regione, dove si cerca di lavorare a 360 gradi. Dal potenziamento degli aeroporti al marketing, tutto - o quasi - è nero su bianco nel piano regionale di sviluppo turistico sostenibile, appena approvato dalla Giunta Occhiuto per l’annualità 2025.
Interessante è la “fotografia” del mercato turistico in Calabria, punto di partenza dal quale sviluppare ogni ragionamento a breve, medio e lungo termine. «Dal punto di vista della specializzazione turistica si tratta di costruire una strategia che, seppur riconosca la posizione predominante del turismo balneare, sia in grado di riconoscere e valorizzare diverse tipologie di turismo, consci del fatto che i trend attuali vedono una necessità crescente di promuovere i “politurismi”, unitamente al fattore della destagionalizzazione dei flussi», si legge nelle premesse del documento. E i dati lo confermano: la domanda di turismo nazionale è caratterizzata da una elevata incidenza di “repeater”, cioè coloro che ritornano in Calabria (la maggioranza da regioni limitrofe), pari al 43%, dato di gran lunga superiore al 15% di media nazionale. Secondo l’analisi eseguita da Inart (Istituto nazionale ricerche turistiche) per conto di Unioncamere e di Unioncamere Calabria, nell’estate 2023 la motivazione balneare si mantiene al primo posto (54%), seguita da quella culturale (30,4%, in linea con la media italiana). I flussi turistici della Calabria, in linea con le altre regioni del Sud Italia, sono caratterizzati da un’elevata concentrazione in determinati periodi dell’anno: «Le conseguenze di tale dinamica – sottolinea lo studio della Regione – si riflettono nella gestione dell’overtourism (l’elevata congestione delle strutture nel periodo di picco) e in una maggiore difficoltà per le aziende turistiche di ripartire le spese annuali fisse».

Digital Edition
Dalla Gazzetta del Sud in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia