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Calabria, il paradosso dei numeri: meno abitanti, più occupati

L’Istat manda in archivio il 2024 con altre duemila persone al lavoro ma con 5mila residenti che mancano all’appello rispetto a un anno fa. Il tasso di disoccupazione scende dal 15,9% del 2023 al 13,1% dell’ultimo anno

C’è un’Italia che rischia di sparire, un’Italia che s’allunga verso Sud, in mezzo al Mediterraneo, tra panorami mozzafiato e campagne rigogliose. Un pezzo di paese che continua ad appassire (nell’ultimo anno la regione ha perso altri 5mila abitanti), con giovani che vanno via lasciando questa terra agli anziani. Il crollo delle nascite, certificato da un indice di natalità in caduta libera, ipoteca, inevitabilmente, il Pil del futuro. L’economista del Desf dell’Unical, Francesco Aiello, per Open Calabria, ha messo insieme i dati dell’Istituto di Statistica di Stato analizzando la variazione della popolazione tra il 2019 e il 2024 nei vari territori nazionali. E così risulta che l’Italia ha perso, in media, l’1,4% dei residenti. La Calabria con un calo complessivo del -3,8% precede in fondo alla graduatoria nazionale solo Molise (-4,8%) e Basilicata (-4,5%). Ma ciò che conta è che la contrazione più importante in Calabria è quella che si registra nelle fasce giovanili della popolazione: -7,90% tra 1 e 14 anni; -7,10 tra 15 e 24 anni; -15,20% tra 25 e 34 anni; -9,20% tra 35 e 49 anni. Dunque, sostiene Open Calabria, mentre nelle aree economicamente più dinamiche riescono, almeno in parte, a compensare l’invecchiamento con un ricambio generazionale, il Mezzogiorno subisce una perdita sistematica di giovani e lavoratori fino ai 50 anni. Non si tratta solo di spopolamento in sé e per sé, ma di una trasformazione profonda nella composizione della popolazione.
I riflessi di questo riverberano, inevitabilmente, nel mercato del lavoro. L’Istat ha chiuso il giro d’orizzonte sul 2024 mettendo in fila i temi del mercato del Lavoro.
La Calabria continua a seguire le correnti nazionali nella graduatoria dell’occupazione con un tasso (tra 15 e 64 anni) del 44,8%. I calabresi che lavorano sono 541mila, duemila in più rispetto al 2023. Naturalmente, resta il divario di genere con i maschi (56,6%) che prevalgono sulle quote rosa (33,1%). Secondo le stime ufficiali, dunque, anche nel 2024 solo una donna su tre lavora. O almeno ha un impiego in regola. Per quanto riguarda il tasso di attività (15-64 anni), che è la misura dell’offerta di lavoro, in Calabria raggiunge, complessivamente, il 51,7%, un indice che è la media tra il 64,6% dei maschi e il 39,0% di femmine. Il gender gap continua a mantenere proporzioni ancora più nefaste in terre più disagiate, dove si aggravano per le donne fenomeni come il lavoro nero e lo sfruttamento.
Spostandosi nell’alveo degli inattivi, la statistica si ribalta con una media del 48,3% costruita da un 35,4% di uomini e da un 61,0% di donne. In Calabria, il tasso di disoccupazione è al 13,1% (nel 2023 era al 15,9%). I maschi senza lavoro sono al 12,0%, le donne al 14,8%. Complessivamente in 81mila sono alla ricerca di un mensile, anche se 561mila rientrano tra le “non forze di lavoro” (sempre nella fascia d’età compresa tra 15 e 64 anni): sono quelli che dichiarano di essere in condizione non professionale (casalinghe, studenti, ritirati dal lavoro) o di non aver svolto alcuna attività nè di aver cercato un’occupazione.

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