«Anche l’anno appena trascorso ha confermato l’indebita percezione di ingenti finanziamenti concessi a valere su risorse messe a disposizione dall’Unione europea». Lo riferisce il procuratore della Corte dei Conti della Calabria, Romeo Ermenegildo, nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario della magistratura contabile calabrese. La relazione evidenzia che «sono state rese in numero 22 sentenze condanne per complessivi euro 4.684.457,47, e sono state depositate 19 citazioni per complessivi euro 1.892.852,84. Permane invariata la tipologia di illeciti contestati e sanzionati riconducibile alla percezione di finanziamenti in violazione della normativa antimafia da parte di soggetti sodali o contigui alla criminalità organizzata (anche da parte di richiedenti detenuti in carcere o soggetti a misure di prevenzione personale), alla falsa attestazione della disponibilità di immobili la cui superficie ha concorso alla determinazione dell’importo erogato, all’indebito utilizzo delle somme per finalità diverse da quelle per le quali è stata finalizzata la dazione. L’alta frequenza dell’accertamento di tali fattispecie - conclude il procuratore della Corte dei Conti della Calabria - non ha tuttavia determinato nè l’amministrazione regionale nè l’Agenzia regionale all’elevazione del livello di attenzione ed analisi preventiva della effettiva presenza dei requisiti di accesso, e all’adozione di correttivi che determinino il progressivo ridimensionamento di un fenomeno che presenta, nella reiterazione dei casi, un evidente indice di anomalia nella gestione delle risorse pubbliche».
Record certificati inidoneità per medici
- Tra le criticità emerse dalla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti della Calabria spicca il fenomeno dell’assegnazione del personale sanitario e parasanitario a mansioni diverse da quelle per cui sono stati assunti. A riferirne è la relazione del procuratore regionale della Corte dei Conti, Romeo Ermenegildo Palma, parlando di fenomeno che «ha avuto una eco mediatica di rilievo nazionale», e citando un’inchiesta giornalistica nella quale «è stato messo in rilievo il fenomeno dello straordinario numero di certificati di inidoneità rilasciati al personale medico e paramedico - con un valore percentuale almeno doppio rispetto a quello delle altre regioni italiane - comportanti prescrizioni limitative e/o adibizione dello stesso personale a mansioni e compiti diversi, rispetto a quelli esigibili in ragione dell’inquadramento professionale e per i quali erano stati assunti. Lo stesso presidente della Regione, commissario per la sanità ha dichiarato - prosegue la relazione - che in taluni casi il personale medico non tocca un bisturi da 15 anni, in quanto considerato per tutto questo lasso di tempo inidoneo alle mansioni; in altri casi, al fine di effettuare l’erogazione di taluni controlli su specifiche apparecchiature tecnologiche (peacemakers) e più in generale, per garantire il funzionamento dei servizi come quelli di pronto soccorso, di emergenza-urgenza o interventi come quelli chirurgici, si è reso necessario assumere personale medico di altre nazioni, per carenza di personale qualificato». Per la Procura regionale della Corte dei Conti, infine, «il fenomeno dell’adibizione del personale medico e paramedico a mansioni diverse, rispetto a quelle esigibili in ragione dell’inquadramento e del profilo professionale effettivamente posseduto, interseca un ulteriore profilo di illecito - mediaticamente sintetizzato nella locuzione 'sanitari imboscati' - e causa di notevoli criticità nella garanzia dei servizi sanitari pubblici ai pazienti calabresi, con la conseguente compromissione della esigenza di garantire la qualità ed i livelli quantitativi di erogazione delle prestazioni e dell’esigenza di dare attuazione al principio costituzionale del 'buon andamento' dell’attività amministrativa».