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Pnrr, opere pubbliche a rilento in Calabria. Criticità sulla sanità, bene scuole e asili nido

Il monitoraggio Svimez indica i settori che necessitano di uno sprint per l’utilizzo delle risorse entro il 30 giugno 2026

I lavori su sanità territoriale, trasporti, opere ambientali e idriche segnano il passo al Sud, mentre va meglio sul fronte della costruzione di asili nido e infrastrutture scolastiche. Conferma quanto è possibile osservare già dall’esterno il monitoraggio sul Pnrr da parte della Svimez, l’associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno. In particolare l’approfondimento si sofferma su quelle opere a titolarità di Comuni e Regioni, facendo il punto sulla situazione quando ormai mancano appena 18 mesi alla scadenza stabilita dal Piano nazionale di ripresa e resilienza del 30 giugno 2026.
Il quadro generale Il ritardo generalizzato delle amministrazioni meridionali riguarda l’avvio della fase esecutiva delle opere pubbliche del Pnrr: un po’ per la ponderosa mole degli investimenti, un po’ per deficit di organico che riguarda in particolare gli enti locali. Eppure sono proprio i Comuni a mostrare, comunque, dei ritardi più contenuti rispetto alle Regioni.
In Calabria è in fase esecutiva il 65,6% dei progetti per opere pubbliche affidati ai Comuni (il Mezzogiorno ha una media del 64%, il Centro-Nord dell’82,3%); in euro pro capite il dato diventa 339,8 euro su base regionale, ben più alto della media dell’area (281,6 euro) e del Centro-Nord (248,4 euro). Un segnale, per la Svimez, che «i Comuni del Sud hanno colto le opportunità di investimento offerte dal Pnrr».
A livello regionale, invece, la situazione è ben diversa: i progetti in fase esecutiva in base alle risorse Pnrr per opere pubbliche sono al 23,5% (50% media del Sud, 75,9 Centro-Nord), per 44,1 euro pro capite (98,5 al Sud, 89,6 Centro-Nord).
Sanità territoriale Il Pnrr ha individuato nella sanità l’ambito d’intervento prioritario per le Regioni, soprattutto per quel che riguarda la fragile sanità territoriale: si pensi alla situazione della Calabria, tra carenze strutturali e di personale. Ma, afferma la Svimez, «è proprio negli investimenti in sanità territoriale, un modello di cura in storico ritardo nei Sistemi sanitari meridionali, che le Regioni del Sud registrano i ritardi più preoccupanti». Su questo aspetto i dati forniti sono a livello di macroarea: i progetti non in fase esecutiva rappresentano il 72% (649 mln) delle risorse per le Case di comunità, il 20% (7 mln) per l’implementazione delle Centrali operative, il 70% (279 mln) per il rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (Ospedali di comunità).

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