Calabria

Giovedì 30 Gennaio 2025

'Ndrangheta in Calabria: la costa jonica Catanzarese tra droga, armi e scambi politico-mafiosi: 57 indagati, 44 arresti. Coinvolto il sindaco di Badolato I NOMI

Blitz contro la 'ndrangheta nella costa jonica calabrese. I carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro e del ROS, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, hanno eseguito un provvedimento cautelare emesso dal gip del capoluogo nei confronti di 44 persone (15 in carcere, 29 agli arresti domiciliari). Tra gli indagati, 57 in totale, figurano il sindaco di Badolato Giuseppe Nicola Parretta (già coinvolto nell’inchiesta del 2013 - anno dell'elezione - “Itaca Free Boat”. L’amministrazione fu poi sciolta per infiltrazioni mafiose un anno dopo, nel maggio del 2014), il suo vice Ernesto Maria Menniti e il presidente del Consiglio comunale Maicol Paparo, oltre al boss Cosimo Damiano Gallace attualmente detenuto a Spoleto.

La locale di 'ndrangheta di Guardavalle

L’indagine – condotta anche attraverso complesse attività tecniche – ricostruisce, a livello di gravità indiziaria (salvo il vaglio nel contraddittorio tra le parti), l’operatività della locale di ‘ndrangheta di Guardavalle (CZ), attiva nel soveratese e con ramificazioni al Centro-Nord Italia, dedita a estorsioni, danneggiamenti, traffico di armi, violazioni in materia di stupefacenti, nonché al condizionamento della P.A.. Nel corso delle investigazioni, sono stati rintracciati e arrestati 3 latitanti, tra cui Cosimo Damiano Gallace, 64enne, vertice della citata locale e bloccato il 7 ottobre 2021 in un bunker realizzato all’interno di un impianto di calcestruzzo di Isca sullo Ionio (CZ).

La latitanza del boss Gallace

Le indagini hanno quindi ricostruito, anche grazie all’analisi delle chat emerse dai criptofonini (tecnologia SkyECC) in uso ai sodali, il ruolo di una famiglia di imprenditori edili di Badolato (CZ) nella “gestione” della latitanza di Gallace, al quale venivano garantiti vitto e alloggio in bunker, realizzati ad hoc e dotati di videosorveglianza/allarme, nonché il trasporto negli spostamenti suoi e degli stretti familiari. Gli investigatori dell’Arma hanno ricostruito, sul piano cautelare, le attività delittuose del sodalizio dedito al controllo del territorio e dell’economia locale attraverso estorsioni e furti, nonché la detenzione di marijuana, la coltivazione di cannabis, la detenzione e il porto in luogo pubblico di armi e il traffico di armi, anche da guerra, provenienti da Serbia, Montenegro e altri Paesi.

Lo scambio elettorale politico-mafioso

È stato altresì ricostruito, a livello di gravità indiziaria, lo scambio elettorale politico-mafioso in occasione delle elezioni comunali di Badolato tenutesi nell’ottobre 2021 e l’ingerenza della cosca e della citata famiglia imprenditoriale nelle decisioni di quell’amministrazione. È emersa, infine, l’intestazione fittizia delle aziende dei fiancheggiatori e le cointeressenze della locale nei loro affari imprenditoriali, tra cui l’interesse della cosca alla realizzazione di un metanodotto nel foggiano. Contestualmente all’esecuzione della suddetta ordinanza, infatti, i militari del Comando provinciale di Catanzaro e del ROS stanno eseguendo un decreto di sequestro preventivo d’urgenza delle quote e dei beni mobili/immobili (tra cui 2 cave) di 2 società (calcestruzzi e trasporto inerti), riconducibili alla citata famiglia imprenditoriale, oggetto d’intestazione fittizia. In carcere: Francesco Aloi detto "Franco" (Catanzaro, 25.11.1967); Cosimo Andreacchio (Soverato, 22.07.2002); Cesare Antonio Arcorace (Locri, 04.08.1989); Giuseppe Bava detto "a gatta" (Guardavalle, 20.06.1977); Nicola Chiefari (Guardavalle, 01.06.1973); Giuseppe Foti (Catanzaro, 24.06.1977); Angelo Gagliardi (Soverato, 09.09.1995); Cosimo Damiano Gallace (Guardavalle, 12.04.1961); Antonio Paparo detto "Tonino" (Isca sullo Jonio, 01.08.1962) Ivano Piperissa (Catanzaro, 28.02.1976); Moreno Rocco Riitano (Chiaravalle, 30.09.1986); Cosimo Sorgiovanni (Siderno, 18.03.1978); Bruno Vitale (Catanzaro, 30.06.1997); Domenico Vitale (Catanzaro, 08.07.1969); Domenico Vitale (Guardavalle, 01.06.1976). Ai domiciliari: Agazio Andreacchio detto "fulmine" (Guardavalle, 06.06.1977); Andrea Bressi (Badolato, 29.09.1963); Antonio Bressi (Catanzaro, 08.12.1986); Massimo Carè (Guardavalle, 20.11.1981); Ilario Comito (Locri, 03.10.1967); Giuseppe Antonio Fiorenza detto "mangiune" (Catanzaro, 05.08.1977); Pasquale Franco (Guardavalle 09.08.1981); Bruno Gagliardi (Soverato, 07.12.1987); Antonio Galati (Catanzaro, 21.12.1968); Francesca Galati (Soverato, 28.03.1998); Francesco Galati detto "fascista" (Catanzaro, 20.01.1977); Domenico Geracitano (Soverato, 27.02.01); Antonella Giannini (Santa Caterina dello Jonio, 28.08.1977); Francesco Giorgi (Melito P.S., 08.09.1997); Massimiliano Giorgio (Montepaone, 08.08.1975); Gregorio Grande detto "Rino" (Catanzaro, 03.12.1973); Vincenzo Grupico (Locri, 17.10.1988); Ernesto Maria Menniti (Badolato, 23.08.1950); Angelo Paparo detto "Mimmo" (Catanzaro, 05.03.1970); Gregorio Paparo detto "Rino" (Isca sullo Jonio, 02.09.1964); Maicol Paparo (Soverato, 22.08.1994); Nicola Paparo (Soverato, 22.07.01); Pasquale Paparo (Soverato, 30.05.1992); Pasquale Paparo (Soverato, 15.06.1998); Giuseppe Nicola Parretta (Badolato, 22.05.1956); Antonio Cosimo Perronace (Soverato, 29.08.1994); Giovanni Renda detto "Pino" (Guardavalle, 02.01.1962); Giuseppe Riitano (Soverato, 03.03.1995); Antonio Ussia (Catanzaro, 02.03.1987); Indagati: Loredana Abate (Isca sullo Jonio, 16.08.1975); Antonio Afflitto (Catanzaro, 04.03.1977); Enrico Cacciotti (Terlizzi, 27.07.1985); Cosimo Gagliardi (Guardavalle, 23.02.1960); Domenico Gagliardi (Soverato, 22.05.1989); Domenico Gallelli (Badolato, 24.09.1974); Fernando Grande (Catanzaro, 02.12.1984); Bruno Leuzzi (Catanzaro, 12.05.1981); Giuseppina Caterina Leuzzi (Guardavalle, 06.03.1966); Marco Ottaiano (Rho, 24.08.1994) Liberato Riitano (Siverato, 21.08.1994); Carmela Russo (Catanzaro, 08.08.1003); Rosa Maria Paparo (Badolato, 01.08.1960);

Luongo: "Vivo apprezzamento per tutti i militati dell'Arma e la loro attitudine al contrasto al crimine"

«Esprimo il più vivo apprezzamento a tutti i militari dell’Arma per l’impegno, la dedizione e il coraggio che quotidianamente dimostrano nella lotta alla criminalità, ne è esempio l’eccellente lavoro svolto dai Comandi provinciali di Bari, Lecce e Catanzaro, e dal Rosche in questi ultimi due giorni hanno portato a termine importanti operazioni antimafia, con l’esecuzione, sotto il coordinamento dell’autorità giudiziaria, di provvedimenti cautelari nei confronti di circa 150 indagati e il sequestro di svariati milioni di euro». Lo ha affermato il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Salvatore Luongo, che si è complimentato telefonicamente con i comandanti provinciali interessati. Luongo ha ribadito come «ancora una volta i Carabinieri dimostrano la loro attitudine al contrasto al crimine e a tutte le azioni subdole e pervicaci che minacciano la società e i cittadini» assicurando «che l’Arma continuerà a garantire la sua incessante azione a tutela delle comunità».

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