L’edilizia calabrese sembra essere precipitata da tempo in una spirale negativa. Tra crisi internazionali, rincaro dei prezzi, crediti “incagliati” e mancato rispetto delle regole, imprenditori e operai fanno i conti con una crisi di notevoli dimensioni. A ciò va aggiunta la piaga delle morti bianche. La Calabria, su questo versante, è riuscita a battere un triste primato: a Lamezia Terme, infatti, si è registrata la prima vittima del 2025 sul luogo di lavoro.
Il fenomeno allarma (e non poco) le organizzazioni sindacali. Se la Cgil nei giorni scorsi ha chiesto la previsione del reato di omicidio colposo in ambito lavorativo e l’istituzione di una Procura nazionale per i reati legati alla salute e sicurezza sul lavoro, la Uil torna a invocare l’apertura immediata di un tavolo tecnico di confronto regionale, che coinvolga attivamente le parti sociali, gli enti di vigilanza, la bilateralità del settore edile, con l’obiettivo di definire e attuare un Piano straordinario per la sicurezza sul lavoro. Per la Uil Calabria sono tre gli assi di intervento fondamentali per affrontare in maniera sistematica le criticità: rafforzamento degli organi ispettivi, condivisione e monitoraggio dei dati tra Cassa edile, Ispettorato del lavoro e Asp oltre a formazione e prevenzione. «Il piano straordinario per la sicurezza sul lavoro - ragiona Mariaelena Senese, segretaria generale della Uil calabrese - deve essere una priorità assoluta per la Regione Calabria. Solo attraverso il potenziamento degli organi ispettivi, la condivisione dei dati e una formazione capillare sarà possibile ridurre il rischio di incidenti e garantire un futuro dignitoso ai lavoratori».
Caricamento commenti
Commenta la notizia