Ufficialmente sono due vicende slegate tra loro, eppure fanno capolino nei ragionamenti portati avanti negli ultimi giorni dalle forze politiche calabresi. Il futuro della Centrale a biomasse del Mercure, nel cuore del Parco del Pollino, e la possibile realizzazione di un rigassificatore a Gioia Tauro rappresentano infatti argomenti spinosi per coalizioni dove convivono diversi orientamenti sui temi dell’ambiente e s’intrecciano nelle analisi di addetti ai lavori e protagonisti a vario titolo delle istituzioni calabresi.
Nei prossimi giorni probabilmente il Consiglio regionale sarà chiamato a prendere una decisione definitiva sulla proposta di abrogazione del cosiddetto “emendamento Laghi”, che dispone il divieto di nuovi impianti di produzione di energia alimentati da biomasse nei territori ricadenti nel perimetro dei Parchi nazionali e regionali e obbliga gli impianti esistenti a ridurre la propria potenza massima a 10 Mwatt termici entro 6 mesi.
Le posizioni sono note da tempo: la società Sorgenia, che detiene la gestione dell’impianto, ha presentato ricorso al Tar contro la norma varata dal Consiglio regionale; parte della maggioranza di centrodestra spinge per il superamento della norma soprattutto alla luce della comunicazione giunta dal governo nazionale che giudica incostituzionale proprio la norma inserita nella legge “omnibus”, poiché «lesiva della competenza esclusiva dello Stato in materia di ambiente». Sulla stessa lunghezza d’onda è collocato pure il Pd, che paventa peraltro il rischio, con l’eventuale chiusura della Centrale, della perdita di molti posti di lavoro.
Attenzione, però, a considerare la vicenda chiusa. L’emendamento della discordia è stato approvato lo scorso 20 novembre in Consiglio regionale, pur nella “distrazione” generale dell’Aula, con il parere favorevole della Giunta (espresso dal vicepresidente Filippo Pietropaolo) e della relatrice dell’omnibus (la consigliera Luciana De Francesco). Ricevendo poco dopo anche la “benedizione” del governatore Roberto Occhiuto. «La norma scritta da Laghi - ebbe a dire il presidente della Regione, per come riportato nei resoconti ufficiali della seduta d’Aula di quel giorno - ci dà la possibilità, al di là di quelle che saranno le decisioni della Regione Basilicata, di fare in modo che nel Parco del Pollino non ci sia la Centrale a biomasse».
Cosa succederà adesso? Occhiuto farà retromarcia dopo aver espresso il suo gradimento sulla norma (che tra l’altro ricalca quanto inserito nel piano del Parco approvato dalla Giunta) proposta da un esponente della minoranza e ordinerà ai suoi fedelissimi di convergere sulla linea sostenuta soprattutto da Azione e Lega e condivisa anche dal maggiore partito dell’opposizione?
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