Il “fiuto” della ’ndrangheta per infiltrarsi negli appalti rilevanti in tutta Italia è cosa ormai risaputa grazie anche alla sua pervasività e alla capacità di allargarsi su tutto il territorio nazionale. Ma la “risposta” dello Stato adesso sta funzionando, perché la struttura straordinaria per la prevenzione antimafia incardinata presso il Ministero dell’Interno ha bloccato ben trenta aziende considerate “condizionate” dalla criminalità organizzata. Un numero importante considerando un doppio dato: a livello statistico la Calabria è la seconda regione in Italia (dopo la Campania che primeggia con 67 imprese bloccate dalla Strettura speciale del Viminale) ma anche perché le società calabresi stanno cercando di diversificare la loro attività e ramificarsi sempre più in determinati settori delle attività economiche e sociali rilevanti nel Paese. La struttura che assicura lo svolgimento, in forma integrata e coordinata, di tutte le attività finalizzate alla prevenzione e al contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell'affidamento e nell'esecuzione di contratti, subappalti o altri subcontratti, per qualsiasi importo o valore, aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture, connessi agli interventi per la ricostruzione, pubblica e privata con contribuzione pubblica, nei territori colpiti dagli eventi sismici del 2009 in Abruzzo, 2016 in Centro Italia, 2017 nell’isola di Ischia, 2018 nelle province di Campobasso e Catania, nonché quelli connessi alla realizzazione delle opere ed infrastrutture per l’organizzazione e lo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici Milano-Cortina 2026, sta procedendo a una capillare verifica di tutte le richieste di iscrizione all’anagrafe speciale nazionale per la partecipazione ai bandi di gara.