Addio a Chiaravalloti, le parole dell'ex assessore Zavettieri: "Un uomo di alto spessore culturale e valore umano e morale"
L'ex assessore regionale Saverio Zavettieri è affranto per la scomparsa di Giuseppe Chiaravalloti. "Per rispetto e deferenza io chiamavo Don Peppino", afferma. "Chiaravalloti per me non è stato soltanto un grande amico o il presidente della Regione che mi ha voluto assessore per l'intera legislatura", ha affermato, "né l'alto magistrato quale è stato, ma un uomo di alto spessore culturale e valore umano e morale, punto di riferimento per chi aveva a cuore le sorti della Calabria e lavorava in modo disinteressato per la sua affermazione ed il suo riscatto. Ho conosciuto Chiaravalloti nel 1996 in occasione della presentazione di Nino Montera, suo collega magistrato, quale capolista alla Camera del Partito Radicale e ne rimasi colpito se non folgorato per la chiarezza delle sue idee in materia di giustizia, la sua esposizione coraggiosa in un periodo di caccia alle streghe, e le sue analisi sui mali della giustizia e su come porvi rimedio. Lo reincontrai in occasione della sua candidatura a Presidente da indipendente alla Regione Calabria della Casa della Libertà e non ho avuto alcun dubbio nel sostenerlo convintamente in quell'impresa che per molti appariva destinata alla sconfitta. Chiaravalloti non era un politico e questo lo collocava per alcuni versi in posizione di vantaggio ma per altri in danno dovendo fare i conti con gruppi consigliari e tanti partiti, i cui interessi non sempre coincidevano con quelli generali della crescita della regione e dell'amministrazione rigorosa e ineccepibile. Mi è stato sempre vicino nei momenti critici del confronto-scontro tra gruppi, partiti e interessi territoriali senza preoccuparsi dell'equilibrio tra le forze in campo ma privilegiando le posizioni più giuste e ragionevoli rispetto a quelle che avevano maggiore forza politica e contrattuale. Mi è stato particolarmente vicino nel momento dell'attentato mortale alla mia persona nel febbraio del 2004 forse anche a seguito del suo atto di sfida nei confronti dei gruppi della maggioranza a tenermi in giunta nonostante la loro sfiducia e la richiesta formale di sostituzione. Uomo di grande coraggio e determinazione per il quale non verra' mai meno il mio affetto e la mia gratitudine avendo anche trovato il tempo, da un letto di ospedale, di scrivere la prefazione ad un mio libro-intervista in corso di pubblicazione che non avrà modo di presentare. Don Peppino lascia un'impronta indelebile. Che riposi in pace".