Il disastro degli impianti di trattamento dei rifiuti, ma anche quello delle discariche e dei siti da bonificare. L’ultima notizia balzata agli onori delle cronache è la contestazione di un danno erariale milionario per la mancata realizzazione del termovalorizzatore nel Cosentino. Ma è appunto l’ultima di una lunga sequenza: discariche non a norma, sistema del conferimento e della gestione della spazzatura non conformi, impianti fatiscenti.
L’eredità stata gestita dal commissario straordinario del Governo per il superamento dell’emergenza rifiuti in Calabria è rimasta quasi del tutto inalterata fino al subentro della Regione. Adesso qualcosa va meglio, ma i danni del passato sono irreversibili: manca appunto un sistema equilibrato di impianti nelle varie province.
Doveva essere previsto il secondo termovalorizzatore nel Cosentino ma non è stato realizzato, ci dovevano essere delle discariche temporanee di servizio e solo adesso qualcuna si sta sbloccando dopo anni, dovevano essere bonificati siti che presentano seri problemi per la salute dei calabresi e ancora l’iter va a rilento.
Miliardi in fumo se si considera che il più grande interlocutore della parte pubblica – una società controllata dal colosso Veolia, la Tec “Termo Energia Calabria” – è fallito con una procedura davanti dal Tribunale di La Spezia che ha portato anche gravi ripercussioni finanziarie sulla Regione. Solo qualche mese addietro la Corte di Cassazione ha messo la parola fine sul tentativo di recuperare risorse dichiarando inammissibile il ricorso della Cittadella contro il decreto di esclusione dall’ammissione allo stato del passivo da parte del Tribunale di La Spezia.
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