L'ambasciatrice cubana Averhoff premiata a Cosenza: "Orgogliosi del contributo medico alla Calabria"
Un rapporto consolidato e positivo. Stretto tra i medici cubani e la Calabria. Un rapporto che ha entusiasmato il governo de L’Avana tanto da indurlo a spedire di nuovo l’ambasciatrice dello stato caraibico in Italia, Mirta Grada Averhoff, nella nostra regione. Il Parlamento nazionale ha appena prorogato di due anni l’impegno dei preziosi “camici bianchi” caraibici nei territori compresi tra il Pollino e l’Aspromonte. In questo momento sono in servizio 333 operatori sanitari nelle cinque province, così ripartiti: 117 nel Cosentino, 77 nel Reggino, 55 nel Catanzarese, 43 nel Vibonese e 41 nel Crotonese. La rappresentante diplomatica cubana, giunta a Cosenza ieri mattina per ricevere il riconoscimento dell’associazione nazionale “Italia-Cuba” ai sanitari impegnati nelle corsie ospedaliere, ha detto: «Sono molto contenta di venire in una regione che apprezza il lavoro dei nostri medici. So che stanno facendo un ottimo lavoro ed è una buona notizia che resteranno qui fino al 2027. È molto interessante sapere» ha continuato Mirta Grada Averhoff «che i pazienti stiano valutando positivamente l’altruismo con cui i sanitari del mio Paese stanno lavorando. Questo lo so per le segnalazioni che mi arrivano sia dalle autorità che dalla gente». L’ambasciatrice poi aggiunge: «Siamo venuti già in Italia, una nazione verso la quale esprimiamo solidarietà e amore in occasione della pandemia das Covid, operando sia in Piemonte, a Torino, che in Lombardia, a Crema». Alla manifestazione, tenuta nel “terrazzo Pellegrini” c’erano ad accogliere la diplomatica, Lorenzo Caputi, docente dell’Unical e delegato dal rettore Leone alle iniziative di formazione messe in piedi per favorire l’integrazione dei componenti della “brigata sanitaria” caraibica. «Nei corsi di lingua italiana tenuti nell’ateneo» ha sottolineato il professore Caputi «abbiamo riscontrato la forte voglia di agire dei medici cubani e sono molto felice dei riscontri che poi in questa direzione sono venuti dalle aree dove sono stati inviati a prestare servizio».