'Ndrangheta al Nord, le intercettazioni: “Tutti i clan della Calabria e della Lombardia vengono qua”
È un’inchiesta durata tre anni, che si compone non solo di intercettazioni telefoniche e ambientali, ma anche di tanti servizi di osservazione, accertamenti patrimoniali e dichiarazioni rese da indagati e imputati che hanno deciso di collaborare con la magistratura. Si tratta, in particolare, Rosario Marchese e Mirko Legina. Marchese, esponente della Stidda gelese, «indicava – si legge nell’ordinanza - in Stefano Terzo Tripodi il referente della consorteria calabrese in territorio bresciano, segnalando come lo stesso fosse il capo di una “locale” di ‘ndrangheta. Tali dichiarazioni erano riportate, de relato, da Marchese a seguito dei colloqui da lui avuti con Vincenzo Iaria nel periodo di restrizione condivisa con lo stesso. Iaria, infatti, avrebbe dichiarato a Marchese di essere un uomo dei Tripodi di Flero; in particolare Iaria indicava Stefano Tripodi ed il figlio Francesco come referenti per la Lombardia, persone che avevano una specie di officina “sfasciacarrozze”». E in quello sfasciacarrozze, considerato base operativa della cosca, gli inquirenti avrebbero reperito diversi spunti investigativi.