Il ruolo centrale della Protezione civile e dei suoi volontari è stato al centro della due giorni che si è tenuta a Catanzaro, al campus dell’Università Magna Graecia, e che ha raccolto circa 500 operatori - provenienti da Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia - nell’ambito del terzo Raduno interregionale del volontariato di Protezione civile del Mezzogiorno d’Italia. Focus sulla prevenzione e sulle best practices che hanno visto la Calabria protagonista, anche a livello europeo, nel contrasto ai roghi estivi.
A trarre le conclusioni del raduno promosso e organizzato dal Dipartimento nazionale della Protezione civile - in collaborazione con la Regione Calabria -, e a indicare la direzione scelta dal governo per rafforzare ulteriormente l’attività di protezione civile in Italia è stato il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci. Al tavolo con il capo dipartimento nazionale della Protezione civile, Fabio Ciciliano, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, anche il consulente della Presidenza, Agostino Miozzo, e il dirigente generale della Protezione civile regionale, Domenico Costarella.
Musumeci, rivolgendosi ai tanti volontari presenti nell’aula magna dell’ateneo catanzarese, ha sottolineato «l’importanza di rinsaldare il nostro sistema, anche con questo scambio di esperienze tra gruppi di varia provenienza». Il ministro si è soffermato sulla Calabria quale prima linea nella lotta agli incendi boschivi: «L’uso di droni sia come prevenzione, di cui oggi c’è più bisogno rispetto al passato, che come deterrente, diventa un esempio che va imitato nel resto d’Italia. Il nostro apprezzamento, unito a quello del capo dipartimento Ciciliano, va a questa esperienza apripista». Spazio, nel suo intervento, anche ai problemi del volontariato in una nazione che presenta elevati rischi sui fronti sismico e idrogeologico. A tal proposito Musumeci ha annunciato che «stiamo modificando il codice di Protezione civile e il prossimo 17 dicembre presenteremo il primo programma nazionale di prevenzione sismica in Italia: una pianificazione delle strutture pubbliche da mettere in sicurezza in 20 anni, con uno stanziamento iniziale di 100 milioni di euro all’anno per intervenire su strutture strategiche pubbliche., Analogo programma faremo contro il dissesto idrogeologico , mettendo in soffitta la politica dei rattoppi che oggi, di fronte al cambiamento climatico, non serve più a nulla».
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