«È una storia di donna indomita quella di Patrizia Rodi Morabito, che ha affrontato atti di ritorsione e di vandalismo compiuti nella sua azienda “Tenuta Badia”, a Rosarno; ha fatto della sua vita un esempio di dignità e coraggio». A Patrizia vanno le congratulazione della Coldiretti perché è «meritatissimo e significativo», si legge in una nota stampa, il premio nazionale Lea Garofalo che le è stato conferito. «Patrizia Rodi Morabito – afferma Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – è una nostra dirigente che, ripetutamente, ha dovuto fare i conti con piante secolari di ulivo tagliate o incendiate, ripetuti atti intimidatori uniti a continui furti in azienda. Possiamo ben dire – prosegue Aceto – che queste donne che ogni giorno scrivono la storia della nostra migliore agricoltura sono un baluardo contro l’illegalità ed ogni forma di sopruso e angherie. Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne il coraggio della resistenza alle mafie prende spesso forma nei lineamenti femminili. Di donne che, con le loro stesse vite, hanno mostrato da dove si parte. Con la determinazione delle madri, il coraggio estremo delle figlie e la denuncia a testa alta, netta, tipica di chi non ha paura».
Gli altri premiati sono Giovanni Impastato (fratello Peppino Impastato), Simona Dalla Chiesa (figlia del generale), Stefano Mormile (fratello dell’operatore carcerario Umberto, prima vittima della Falange Armata), Vincenzo Chindamo (fratello di Maria, imprenditrice ammazzata dalla ’ndrangheta), Giuseppe Tarantino (già segretario regionale Fiom Molise), Maurizio Caprino (giornalista), don Fortunato Di Noto (presidente e fondatore associazione Meter Onlus), Nicoletta Polifroni (magistrato, figlia dell’imprenditore Antonino vittima della ’ndrangheta), Marisa Manzini (sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro).
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