Calabria

Martedì 19 Novembre 2024

Milano, droga e ‘ndrine: Lucci legato ai clan di Platì

È un’inchiesta milanese, con trafficanti di droga che gravitano nel sottobosco lombardo, ma che possono vantare anche buone entrature con alcuni personaggi legati alla ‘ndrangheta. Nella mattinata di ieri, la Dda di Milano ha coordinato l’ennesima inchiesta di questo scorcio finale del 2024, nella quale alcuni dei protagonisti sono capi ultrà delle curve milanesi: 20 gli arrestati di cui 15 in carcere e 5 ai domiciliari. Tra questi spicca il nome di Luca Lucci, ras del tifo rossonero e già in carcere perché coinvolto nell’inchiesta “Due curve” eseguita lo scorso mese. Inchiesta che è costata l’accusa di associazione mafiosa a diversi membri del direttivo dell’Inter per la vicinanza ad Antonio Bellocco, ucciso da Andrea Beretta, da qualche giorno diventato collaboratore di giustizia. E come nelle altre operazioni della Dda milanese spuntano i nomi di diversi calabresi, legati da rapporti d’affari con il mondo ultras e in questo caso proprio con Lucci. Il capo ultrà avrebbe avuto, infatti, stretti legami con i Barbaro-Papalia di Platì. Tra gli indagati finiti in carcere ci sono i calabresi Antonio Rosario Trimboli e suo cugino Rosario Calabria, due nomi già emersi per la vicinanza a Lucci anche nell’inchiesta sulle curve. Nelle carte, infatti, veniva segnalato che Lucci sarebbe «vicino» a Calabria, a sua volta legato a Domenico Papalia, «figlio di Antonio», ergastolano, e «appartenente all’omonima famiglia di 'ndrangheta orbitante nell’area Milanese (Corsico/Buccinasco)».

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