Tornate di attualità nei giorni scorsi per l’episodio del capotreno accoltellato a Genova, le aggressioni al personale ferroviario rappresentano in realtà un fenomeno che dura da tempo e che negli ultimi anni ha avuto «fluttuazioni significative». Gli episodi aggiornati ad ottobre di quest’anno restituiscono un trend in diminuzione su scala nazionale ma con differenze piuttosto marcate tra le varie regioni. In Calabria, per esempio, le aggressioni al personale di Trenitalia, ma ovviamente solo quelle regolarmente denunciate, sono invece aumentate, passando da 7 nel 2023 a 11 nel 2024, con un incremento del 57% (+4 aggressioni). A segnalarlo è un report redatto dalla Uil che, partendo dai dati forniti dalla società controllata da FS Italiane SpA, si pone l’obiettivo di «evidenziare l’andamento del fenomeno e identificare le cause e le azioni necessarie per contenere questa tendenza» che in Calabria, appunto, risulta «in crescita rispetto al trend nazionale in diminuzione». A livello nazionale nel 2023 sono state denunciate 253 aggressioni, mentre nel 2024 sono scese a 206 segnando una riduzione del 19% (-47 aggressioni). I dati regionali evidenziano un panorama variegato: Lazio e Marche, per esempio, hanno visto aumentare significativamente le aggressioni e sono le uniche a fare registrare aumenti maggiori rispetto alla Calabria, mentre in Liguria e Piemonte sono in riduzione. In questo contesto l’aumento registrato pone la Calabria «in una posizione critica» secondo il sindacato, che rilancia la necessità di «interventi mirati per la sicurezza del personale ferroviario nella regione». Rispetto al dato nazionale viene segnalato che quello calabrese rappresenta il 5,34% delle aggressioni denunciate in tutta Italia. Sono eloquenti anche i dati del Rapporto Pendolaria 2024 di Legambiente dicono che in Calabria il numero dei viaggiatori è in calo ed è stimato attorno ad 11 mila unità. Inoltre le corse giornaliere sul trasporto regionale si attestato a 294 (183 per Trenitalia e 111 per Ferrovie della Calabria), mentre in Lombardia, per esempio, sono 2173.