I finanzieri del comando provinciale di Rimini hanno eseguito un decreto di sequestro patrimoniale nei confronti di un imprenditore di 66 anni originario della Calabria e residente a Rimini. Il provvedimento, che riguarda porzioni di quattro immobili e 20 terreni nelle province di Rimini e Pesaro-Urbino, ha un valore complessivo stimato di oltre 7,5 milioni di euro. L’operazione rientra nell’ambito delle misure di prevenzione antimafia e si inserisce in un più ampio contesto di indagini sull'uomo, che vanta un passato di precedenti penali legati a reati finanziari. Il sequestro è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bologna, su proposta del sostituto procuratore della Repubblica di Rimini, Davide Ercolani. In base agli elementi acquisiti, il giudice ha ritenuto che il patrimonio dell’indagato fosse sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, configurando un «pericolo sociale» e un collegamento con attività illecite. Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Rimini, diretto dal colonnello Alessandro Coscarelli, hanno evidenziato come l’imprenditore, malgrado i redditi dichiarati modesti, disponesse di beni immobili e aziende di valore ben superiore. Il 66enne, già indagato nel 2018 per bancarotta fraudolenta e con carichi pendenti per reati fiscali, era stato sottoposto nel dicembre 2022 alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. La decisione era stata confermata dalla Corte d’Appello di Bologna, che aveva anche disposto la confisca di beni per un valore complessivo di circa 14 milioni di euro. Tra le proprietà sequestrate figurano terreni agricoli che coprono gran parte del territorio di Monte Grimano Terme, appezzamenti nei comuni di Mercatino Conca e diversi immobili a Rimini. Il sequestro ha coinvolto anche la moglie dell’uomo, che risulta beneficiaria di una «disponibilità indiretta» dei beni, e questi sono stati affidati a un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Bologna.