Sicilia, Piemonte, Veneto e Toscana. Sono le regioni dove Eni Rewind smaltirà i rifiuti non pericolosi provenienti dalla bonifica dell'ex area industriale di Crotone. Lo ha reso noto la stessa società del gruppo Eni nel documento col quale, quattro giorni fa, ha informato il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica di aver aperto il cantiere per eseguire gli interventi propedeutici al risanamento del Sin di Crotone. La multinazionale ha infatti comunicato che trasferirà le scorie non pericolose in cinque discariche così da rispettare quanto contenuto nel decreto redatto dal Ministero che, lo scorso 1° agosto, ha approvato lo stralcio del Piano operativo di bonifica Fase 2.
«Tali contratti» con quattro ditte, fa sapere l'impresa, garantiranno «la copertura dell'intero fabbisogno per tale tipologia di rifiuti». E se per le sostanze non pericolose l'iter procede senza ostacoli, il discorso si complica per quanto riguarda il conferimento dei rifiuti pericolosi, senza Tenorm e amianto, a causa dello stallo scaturito dall'incertezza della loro destinazione finale. Un'impasse che ad oggi sta frenando l'avvio degli scavi. Il dicastero ha proposto all'azienda amministrata da Paolo Grossi di utilizzare il deposito preliminare D15, che sorge nella zona dello stabilimento ex Pertusola, dove stoccare temporaneamente le scorie pericolose (prive di Tenorm e amianto) presenti nella discarica fronte mare ex Pertusola prima di conferirle nel vicino impianto di Columbra, fino a quando la Regione non modificherà il Provvedimento autorizzatorio unico regionale. Che, dal 2019, vieta di portare in impianti calabresi i rifiuti ammassati nel Sito di interesse nazionale di Crotone.
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