Aveva compiuto 100 anni l’8 marzo scorso essendo nato nel 1924 a San Marco Argentano. È morto in un casa di cura a New York, Dario Antonucci, l’ingegnere che mise a punto il sistema di telecomunicazioni per lo sbarco sulla Luna del 20 luglio 1969. Negli States sarà ricordato come “Dario – America’s Gift to an Immigrant”, titolo della sua autobiografia pubblicata nel 2011. La notizia della sua dipartita è giunta dall’ingegner Italo Antonucci, suo parente che vive qui. Su “Fame di Sud”, qualche anno addietro, fu ripercorsa la storia, «dell’ingegnere calabrese a cui si deve la progettazione del sistema di controllo dei parametri di bordo della navicella Apollo». A San Marco visse fino al 1937, quando a 13 anni partì alla volta degli States a bordo del leggendario transatlantico Rex insieme al papà Angelo, contadino e reduce della “Grande Guerra”, e alla sorella maggiore Giulia. Il padre emigrò da solo negli Usa nel 1923 mentre la moglie Rosa Lecce, giovanissima vedova di guerra divenuta sua sposa nel 1921, era rimasta in Calabria con la prima figlia ed in attesa di Dario. Sulla pagina social del Comune, il sindaco Virginia Mariotti ricorda l’illustre concittadino che «viveva a Knoxville, in Tennessee» e si dice «rattristata, insieme all’Amministrazione comunale, per la morte d’uno scienziato di così grande rilievo, fiera di averlo annoverato tra i suoi figli, unendosi al dolore della famiglia che ne conserverà viva la memoria». Gli Antonucci, vissero a San Marco, in una fattoria in contrada Iotta, dove la nonna paterna Giuseppina Patitucci, morto il marito Gaetano, si trasferì nel 1913 dopo anni trascorsi in contrada Richetto. Proprio qui nacque Dario anche per la gioia dei suoi nonni materni Giuseppe Lecce e Maddalena Argondizza, originari di Mongrassano. Nel 2019, in occasione del 50.mo anniversario dello sbarco sulla Luna, l’assessore alla Cultura Aquilina Mileti dedicò una serata all’ingegner Dario Antonucci in un evento intitolato “La luna e le stelle”, organizzato dal consigliere comunale Antonio Parise che lo condusse insieme a Mario Stillo.
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