Le ’ndrine e la scalata alla curva Sud: lo scontro nella tifoseria del Milan sotto la regia delle famiglie calabresi
L’aggravante mafiosa la Dda non l’ha contestata, ma personaggi vicini alla ’ndrangheta gravitavano anche intorno alla curva Sud del Milan, non solo in quella opposta che ospita i “cugini” dell’Inter. I nuovi particolari sullo scontro per la supremazia del tifo rossonero, che vuol dire la gestione di tutti gli affari illeciti, sono emersi nel decreto di fermo emesso dalla Dda di Milano nei confronti di Daniele Cataldo per il tentato omicidio di Enzo Anghinelli, legato alla fazione che puntava a spodestare il ras del tifo milanista Luca Lucci dal suo trono. E alla testa di quella fazione ci sarebbe stato un calabrese, Domenico Vottari. La vicenda viene riassunta dagli inquirenti all’inizio del documento. «Il 13 aprile 2018 – si legge nel fermo – sull’apparato telefonico cellulare di Luigi Mendolicchio veniva intercettata una conversazione tra presenti dalla quale si apprendeva che Domenico Vottari (con precedenti per omicidio, armi, stupefacenti), era intenzionato ad “acquisire”, anche con l’uso della forza, la gestione di alcuni spazi della curva Sud dello stadio “Giuseppe Meazza” di Milano rilevandone, di conseguenza, il remunerativo business legato alle gestione della tifoseria della squadra di calcio dell’A.C. Milan. L’operazione avrebbe consentito di ottenere, nello specifico, alcuni spazi dell’anello blu dello stadio meneghino ad appannaggio del gruppo ultras del Milan A.C. “Clan 1899 – La Casa della Curva Sud Milano” capeggiato da Luca Lucci e Giancarlo Lombardi. Il progetto di Vottari, già elaborato negli anni precedenti, avrebbe scatenato l’immediata reazione del duo Lucci-Lombardi che, forti di aderenze alla criminalità organizzata, avrebbero sollecitato l’intervento di personaggi intranei alle famiglie platiote di ’ndrangheta Barbaro-Papalia per indurre Vottari a rinunciare ai propri propositi».