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Inchiesta Athena, i rapporti tra i clan sibariti e i rosarnesi

Oggi la requisitoria del pm antimafia Alessandro Riello contro i presunti esponenti delle cosche cassanesi. L’indagine della Dda ricostruisce i traffici di sostanze stupefacenti

20061011 - PONTEDERA - ROMA - POL - SCIOPERO AVVOCATI: CAMERE PENALI, ADESIONE MASSICCIA. Toghe di magistrati poggiate su alcune sedie di un'aula del tribunale di Pontedera (Pisa). Una ''massiccia adesione'' sta caratterizzando il primo dei tre giorni di astensione dalle udienze indetti dall' Unione delle Camere Penali Italiane ''per difendere la parte relativa alla distinzione delle funzioni della riforma dell'ordinamento giudiziario e l'assetto culturale della professione forense''. Lo rende noto Giunta dell' Unione, recentemente rinnovata sotto la presidenza di Oreste Dominioni, che esprime ''grande soddisfazione per l'adesione totale alle battaglie ideali dell'avvocatura penale''.FRANCO SILVI - ANSA - I51

Processo Athena: i rapporti tra i cassanesi, i cosentini e i rosarnesi e gli accordi tra i clan nella gestione del traffico di droga in gran parte della Calabria saranno al centro dell’ultima parte della requisitoria dei pm antimafia della Dda di Catanzaro prevista nell’udienza di stamattina a Catanzaro. Per conoscere le richieste di condanna formulate dalla pubblica accusa per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato, invece, ci vorrà poco prima di Natale. Si terrà oggi, infatti, la nuova udienza del processo Athena, la maxinchiesta anti-’ndrangheta che aveva svelato gli interessi della supercosca degli Zingari – consorziata con quella dei Forastefano – su molte imprese, prevalentemente agricole e turistiche, della Sibaritide riferite al periodo 2018-2020.
L'operazione era scattata all’alba del 30 giugno dello scorso anno impiegando centinaia tra Carabinieri del Nucleo Investigativo reparto Operativo - Comando Provinciale di Cosenza, Polizia di Stato con il personale delle Squadre Mobili di Cosenza e Catanzaro e del Servizio centrale Operativo di Roma, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, diretta dall’allora procuratore Nicola Gratteri.
Nel corso dell’ultima udienza di lunedì 7, sempre dal lavoro dei pm, era emerso chiaramente come la supercosca Abbruzzese-Forastefano controllasse la piana di Sibari. Il pubblico ministero Alessandro Riello aveva ripercorso passo dopo passo il lavoro dei carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza svolto nel corso dell’inchiesta, soffermandosi sulle posizioni apicali del procedimento penale, nel corso del quale l’ufficio direttivo di Catanzaro contesta anche il reato di narcotraffico e varie estorsioni e tentate estorsioni.

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