Calabria

Lunedì 21 Ottobre 2024

Politiche di coesione, in Calabria si riparte dalla Pubblica amministrazione

Non basta stanziare risorse, anche consistenti, per costruire la coesione territoriale e aiutare il Sud a colmare il divario con il resto d’Italia e d’Europa se poi il loro utilizzo finisce per non essere adeguato agli obiettivi. Potrebbe essere letto così il monito Svimez, pubblicato nell’ultimo Quaderno su “Presente e futuro delle politiche europee per la coesione”, quando afferma che «la qualità dell’amministrazione diventa un elemento chiave per evitare criticità nell’attuazione del nuovo ciclo di programmazione 2021-2027». Peraltro, non si tratta soltanto di colmare divari ma di produrre effetti sistemici creando «condizioni di parità nel mercato unico» favorendone così «il corretto funzionamento». Focalizzando l’attenzione sull’amministrazione, il Cnel afferma che «emerge una fenomenologia decisamente più complessa dell’usuale divario Nord-Sud» dovendo anche considerarsi la dimensione dell’ente e la complessità organizzativa data dall’essere capoluogo di provincia. In Calabria per l’amministrazione si registra una spesa di 192 euro pro capite e un numero di 3,1 dipendenti ogni mille abitanti; si tratta della quinta spesa più elevata su scala nazionale e di un rapporto dipendenti amministrativi ogni mille abitanti dal valore superiore alla media nazionale di 2,4: nella nostra regione è Reggio Calabria, al 12. posto su scala nazionale, a spendere di più in pro capite (203 euro), seguono Crotone (199) Vibo Valentia (190), Cosenza (189) e Catanzaro (181). Al di là di medie e dati il Cnel invita a puntare al superamento di una «gestione meramente quantitativa» del turnover verificando con tempestività «i nuovi profili di conoscenze e competenze indispensabili ai fini di ulteriori miglioramenti dell’efficienza amministrativa e della capacità di attuazione delle politiche pubbliche».

leggi l'articolo completo