Lanciano l’allarme ed invitano istituzioni e forze politiche ad interessarsi della questione, i dirigenti del sindacato Ugl, circa i pericoli dell’ulteriore “desertificazione”, nei comuni della Calabria e della provincia di Cosenza in particolare, di qualsiasi tipo di presìdi pubblici e privati che comunque svolgono “una funzione sociale”. Il vicesegretario nazionale della Federazione Credito, Francesco Rovere ed il segretario dell’Utl di Cosenza, Guglielmo Nucci, focalizzano l’attenzione sulle chiusure di sportelli, filiali e, persino Atm delle banche, sulla sempre più ridotta presenza, attuale ed ancor più in prospettiva, di Poste spa, che si somma alle gravi carenze di Guardie Mediche e medici di base.
«L’aspetto più preoccupante – precisano Rovere e Nucci – è che la strategia degli istituti di credito, tesa a depotenziare le presenze nelle nostre zone, non farà che decontrarre e rendere ancor più complicato l’accesso al credito per l’economia cosentina e calabrese. Da non sottovalutare anche l’aspetto sociale, oltre che economico del fenomeno. Registriamo che oltre i due terzi dei comuni calabresi non hanno sul territorio una filiale bancaria, in un contesto socioeconomico difficile, aggravato dall’analoga scelta sedicente “strategica” di Poste Italiane, tesa a ridurre i propri sportelli specie in aree già disagiate e periferiche, o ad aprirli a giorni alterni, rendendo complicata l’intermediazione con un’utenza non completamente incline, anche per ragioni anagrafiche, alla gestione digitale dei relativi servizi offerti».
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