Ha presentato ricorso, per chiedere la revoca della misura cautelare, al Tribunale del Riesame di Milano uno dei 19 arrestati nell’inchiesta che ha azzerato, con un maxi blitz otto giorni fa, le curve milanista e interista. Si tratta dell’imprenditore Gherardo Zaccagni, accusato di fabbricazione di documenti falsi e accesso abusivo a sistema informatico e finito agli arresti domiciliari. Zaccagni, che si era avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio dei giorni scorsi davanti al gip Domenico Santoro, avrebbe versato «per circa due anni», come gestore di alcuni parcheggi presso lo stadio Meazza, ai capi ultrà interisti Vittorio Boiocchi (ucciso nel 2022) e Andrea Beretta circa 4mila euro al mese. A fare da intermediario nel racket sui parcheggi sarebbe stato Giuseppe Caminiti, legato all’esponente della 'ndrangheta Giuseppe Calabrò. Nei prossimi giorni, dopo che i pm Paolo Storari e Sara Ombra, titolari dell’inchiesta di Polizia e Gdf, avranno depositato gli atti, i giudici del Riesame fisseranno la data dell’udienza per discutere l’istanza di Zaccagni, difeso dall’avvocato Vinicio Nardo.