«Mettetevi di lato bello… non voglio che ci acchiappiamo! Sennò che venga! Io qua con la 38 vengo». Antonio Bellocco, nel triunvirato che gestiva la curva nord dell’Inter, aveva un compito fondamentale: tenere lontano le altre cosche dagli affari gestiti dal gruppo formato dal calabrese, Marco Ferdico e Andrea Beretta. E dall’ordinanza che ha portato all’arresto di 19 ultras nerazzurri e milanisti, nella giornata di lunedì, viene documentato proprio come il rampollo della cosca di Rosarno avrebbe adempiuto in pieno al suo ruolo. Bellocco (ucciso il 4 settembre scorso da Beretta) era apparso sui radar della Dda di Milano subito dopo l’omicidio dell’anziano ras del tifo interista, Vittorio Boiocchi, avvenuto il 29 ottobre 2022. Un omicidio che aveva aperto le ostilità in curva nord per la sua successione. Si trattava di una questione sostanziale: chi comandava, gestiva tutti gli affari illeciti legati alle attività sportive: biglietti, trasferte, gadget, marketing, parcheggi fuori e dentro il Meazza, estorsioni alle società di catering dello stadio. Parliamo di tanti soldi, nessuno voleva lasciare spazio ad altri gruppi organizzati. «La gestione della curva nord da parte di Boiocchi – si legge nelle carte dell’inchiesta - aveva comportato, ad un certo punto, per il Beretta, di potere gestire esclusivamente il merchandising, il resto degli affari essendo sottoposto al controllo dell'anziano leader. L’uccisione di costui comporta che Beretta assuma le redini del comando, senza che altre espressioni della curva abbiano potuto assurgere alla direzione del tifo organizzato, cui pure aspiravano», come il gruppo di estrema destra degli “Irriducibili”. «L'acquisizione della supremazia da parte di Beretta passa... attraverso il giovarsi della figura di Bellocco Antonio, il quale viene proiettato nella realtà... del tifo organizzato dell'Inter», nel quale attuata una scalata fino al controllo della curva nord. «È con l'aiuto di Antonio Bellocco – spiegano gli inquirenti - infatti, che Beretta non solo blocca sul nascere le aspirazioni di comando» dei capi degli “Irriducibili” del gruppo “Hammer”. Questa fazione estremista di destra, tuttavia, «non rinunciava a contrastare l’operazione di Beretta e si rivolgeva, a tal fine, a soggetti collegati alla criminalità organizzata calabrese». Nelle intercettazioni confluite nell’ordinanza di custodia cautelare si scopre questi “soggetti” sarebbero stati legati alle cosche aspromontane, in un primo momento identificati dagli indagati come «quelli della montagna», salvo poi essere identificati dagli inquirenti come persone originarie di Africo.