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Calabria, tirocinanti ministeriali senza nessuna certezza, il M5S: basta con i rinvii

Si tratta degli ex operatori dei dicasteri di Giustizia e Cultura

Non solo l’emergenza dei tirocinanti d’inclusione sociale. C’è un’altra battaglia che da mesi viene combattuta: è quella dei tirocinanti ministeriali in servizio nei dicasteri della Giustizia e della Cultura. «Dopo l’irragionevole esclusione dal concorso per 1.956 posti – tornano a ribadire – abbiamo fatto di tutto per far sentire la nostra voce chiedendo più volte supporto alla classe politica. Molti tentavi fondati sulla presentazione di emendamenti su vari decreti legge in tema di lavoro sono falliti, in quanto accantonati, bocciati o dichiarati inammissibili

Dopo quasi un anno di lotte e manifestazioni, realizzate con il supporto del sindacato Usb, l’approvazione dell’emendamento 19.13 posto sul decreto Sud (Dl 124/2023), avvenuta il 26 ottobre 2023, ci aveva ridato la speranza di una seconda chance per ottenere una contrattualizzazione». Da allora sono passati mesi, ma tutto è rimasto fermo in attesa dell’emanazione di un decreto del presidente del Consiglio dei ministri mediante il quale si individuano le unità di personale da assegnare ai Ministeri della Cultura e della Giustizia. Si tratta di un passaggio essenziale grazie al quale si potrà procedere finalmente alla stesura del nuovo bando. Proprio per tale motivo i parlamentari calabresi del M5S, Vittoria Baldino, Anna Laura Orrico, Elisa Scutellà e Riccardo Tucci, chiedono ai loro colleghi del centrodestra di assumersi «le proprie responsabilità sulla vicenda dei tirocinanti ministeriali calabresi non idonei.

Parliamo di una questione su cui pesano come macigni scelte politiche del passato scellerate e soprattutto poco lungimiranti votate al mero consenso elettorale. E ad oggi nonostante gli annunci, conditi di promesse roboanti perpetrate a mezzo stampa, la vertenza continua a rimanere irrisolta. Troviamo infatti una netta discrepanza - concludono i pentastellati - tra le promesse della maggioranza e la dura realtà, fatta di interventi legislativi che, troppo spesso, si sono rivelati scatole vuote, probabilmente per convenienza politica e per continuare ad alimentare sacche di clientelismo e speranze».

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