Calabria

Lunedì 23 Settembre 2024

Zes unica, la Calabria tenta la risalita

La prospettiva di un Mezzogiorno competitivo, in grado di incrementare il proprio contributo alla ricchezza nazionale sembra lentamente prendere piede. Ma dalla consapevolezza all’azione il passo è tutt’altro che breve. Ed è tutt’altro che semplice. Accanto ai “tradizionali” strumenti legati alla programmazione europea, la Zona economica speciale (Zes) unica assume un ruolo strategico per aumentare la capacità di attrazione di un territorio assai variegato, con la Calabria spesso fanalino di coda nelle classifiche economiche ma con un potenziale da valorizzare. Il Piano strategico della Zes approvato dalla Cabina di regia lo scorso 26 luglio indica le linee sulle quali s’intende puntare. Il documento dovrà ancora essere ufficializzato da un Dpcm ma lo schema in circolazione fornisce spunti interessanti, a partire dall’affermazione di massima che «il successo della Zes unica è connesso ad un sistema integrato di aree portuali, retroportuali e industriali, che miri a coordinare le politiche infrastrutturali in una più ampia strategia di sviluppo del Mezzogiorno». Che la Zona speciale possa diventare uno strumento chiave lo ha affermato nei giorni scorsi anche il governatore di Bankitalia Fabio Panetta quando, da un meeting a Catania, ha sottolineato come il Sud Italia «rispetto alle destinazioni tradizionali della delocalizzazione produttiva» è collocato «in prossimità dei maggiori centri economici europei e al crocevia del Mediterraneo». Ed è dotato «di una forza lavoro sottoutilizzata e di poli scientifici di qualità» oltre a rappresentare «un mercato di sbocco con 20 milioni di abitanti». Ha quindi sostenuto che «il pieno successo della Zes unica dipenderà dalle modalità con cui essa verrà attuata in concreto». Che è poi il problema di mille altre misure risultate valide sulla carta ma poi miseramente naufragate, tanto da far pensare che il Mezzogiorno sia ormai un malato cronico. Alla Zes unica, dunque, il gravoso compito di sovvertire questa narrativa. Come? In 180 pagine lo schema di Piano strategico mostra i percorsi possibili: fiscalità di vantaggio, semplificazione amministrativa, Zone franche doganali, ma pure il potenziamento delle filiere e l’interconnessione dell’intera area, sia fisica che digitale.

leggi l'articolo completo