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La sete di verità non conosce campanilismo, da Catanzaro a Cosenza il messaggio che unisce in nome di Bergamini

Non c'è bisogno di ipocrite iperboli o di raccontare una realtà che non esiste: tra le tifoserie di Cosenza e Catanzaro non corre buon sangue. Nel nome del calcio, la rivalità è più viva che mai e la coesistenza in serie B rende il clima ancor più frizzante tre i due popoli calabresi. Però ci sono delle vicende che vanno oltre, saltano a piè pari il campanilismo e si prendono la scena, in un momento storico in cui l'odio - non solo nel mondo del calcio - serpeggia dappertutto e vanno di moda i dissing a favore di pubblico che, con tanto di popcorn e prima copertina autunnale, segue le vicende - ahinoi - reali affacciandosi sul balcone virtuale del web. Ecco perché quando questi megafoni chiamati social diffondo bellezza è giusto sottolinearla. E torniamo a bomba al derby Cosenza-Catanzaro, che ieri ha vissuto una delle pagine più belle: a testimoniarla è stata Donata Bergamini, sorella di Denis, compianto centrocampista rossoblù. Nel giorno in cui i pubblici ministeri della Procura di Castrovillari hanno chiesto 23 anni di reclusione nei confronti di Isabella Internò, ex fidanzata di Bergamini, le due curve del Cosenza hanno lanciato un appello a tutte le tifoserie d'Italia, chiedendo di indossare quella maglia numero 8 che campeggiava sulle spalle di Denis ai tempi della sua esperienza in rossoblù. Il messaggio è stato recepito, in prima battuta, proprio dai vicini di casa giallorossi. Durante la gara tra Catanzaro e Cremonese di ieri, è stato esposto lo striscione “Verità per Denis”: un assist che Donata - oggi sarà al Marulla in occasione di Cosenza-Sassuolo - non si è fatta sfuggire, pubblicando l'immagine sui social. Una foto che resterà iconica, a testimoniare che la rivalità calcistica può e deve sempre far rima con rispetto. E che ogni maglia indossata è buona per chiedere e pretendere la verità. I tifosi del Cosenza la invocano da troppi anni e da ieri si sentono meno soli nella loro battaglia.

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