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Cosenza, l’invito polemico del sindaco Caruso al governatore Occhiuto: «Aderisca al referendum sull’Autonomia differenziata»

La riforma divisiva. L’Autonomia differenziata non convince molti amministratori del Meridione e fa storcere il muso (segretamente) a tanti esponenti del centrodestra regionale.
Le posizioni contrarie contrarie nel Cosentino uniscono la politica alla Chiesa: l’arcivescovo di Cosenza, Giovanni Checchinato così come il vescovo di Cassano e vicepresidente della Cei, Francesco Savino, non perdono occasione per rappresentare la loro convinta contrarietà. Ai presuli si accodano sindaci di piccoli e grandi centri. L’ultimo a prendere una posizione forte è il primo cittadino del capologo bruzio, Franz Caruso, che non ha mai fatto mistero delle proprie convinzioni sulla riforma approvata dalla maggioranza in Parlamento.
Caruso, socialista da sempre ed a capo di una amministrazione di centrosinistra, afferma: «Ancora una volta il direttore della Svimez, Luca Bianchi, interviene con fermezza sull’Autonomia Differenziata definendola, per come proposta, “ una truffa”. Una definizione che mi trova perfettamente d’accordo in quanto, per dirla in poche parole, non si prevede neanche un euro per attuarla e colmare il divario tra Nord e Sud. Un’operazione, quest’ultima, per la quale servirebbero, sempre secondo fondi Svimez, circa 80 miliardi di euro».
Caruso poi prosegue polemicamente: «Il governatore del Veneto ha già avanzato richiesta di maggior autonomia nelle nove materie “non lepizzabili" tra cui, rapporti internazionali e con l'Ue della Regione, commercio con l'estero, Professioni; Protezione civile; Previdenza complementare e integrativa; Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario che, se confermata, penalizzerà certamente il Mezzogiorno ma contestualmente avvierà alla disfatta l’intero Paese che vedrà ridotta complessivamente la sua competitività. Aprire, infatti, ad egoismi territoriali significa inevitabilmente venire meno alle politiche di integrazione territoriali e produttive che rispondono ad un modello di sviluppo europeo nonché globale. Tutto ciò, ovviamente a voler tacere del pericolo oggettivo di veder nascere 20 piccole repubblichette ed al venir meno dei dettami di solidarietà politica, economica e sociale decantati nella nostra Carta Costituzionale. Per cui, ribadendo che tale tema non può rappresentare terreno di scontro politico-ideologico, tanto meno di contrapposizione territoriale, ritengo che il Governatore Roberto Occhiuto deve ora reagire concretamente, passando dalle parole ai fatti. Nel mentre altre regioni, tra cui Emilia Romagna e Toscana, hanno chiesto il Referendum per l’abrogazione delle scellerata legge leghista, il presidente Occhiuto deve necessariamente fare chiarezza sulla sua posizione politica. Non basta più esprimere dissenso in qualche manifestazione pubblica, seppur apprezzabile. Oggi è il tempo dei fatti. Aderisca Roberto Occhiuto al Referendum, sarò il primo a rendergliene merito».

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