L’obiettivo è ambizioso ed anche rischioso: riuscire a svuotare entro i prossimi mesi l’enorme bacino dei tirocinanti calabresi precari, fondamentali per il funzionamento degli enti locali. La Regione, però, conta di farcela attraverso una complessa strategia illustrata ieri a Roma, nella sede del Ministero della Pubblica amministrazione, davanti ai vertici del dicastero guidato da Paolo Zangrillo e ai rappresentanti sindacali. Si partirà da una proroga tecnica dei contratti - 30 milioni il costo a carico della Regione - in scadenza a breve. Il governatore Roberto Occhiuto e l’assessore al Lavoro, Giovanni Calabrese, hanno ricevuto in tal senso rassicurazioni circa l’inserimento di una norma ad hoc nel decreto “Omnibus” attualmente all’esame del Parlamento per la conversione in legge ordinaria. Passaggio fondamentale prima di procedere agli altri step. I rappresentanti della Cittadella hanno confermato l’intenzione di differenziare i percorsi a seconda della tipologia di lavoratori. Agli over 60 verrà proposto una sorta di scivolo pensionistico e assicurato un assegno d’inclusione sociale a carico della Regione - circa 600 euro al mese, poco meno dei 700 attualmente percepiti da chi è in servizio - fino al raggiungimento della pensione e, dunque, al compimento dei 67 anni di età. La procedura, secondo le stime, potrebbe interessare una platea di circa 800-900 persone e comporterebbero una spesa di 22 milioni. Dunque, una buona “fetta” del bacino che raccoglie oltre 4mila tirocinanti.