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Ius scholae, in Calabria benefici a 638 bambini

Il rapporto presentato dalla Svimez che ritiene la riforma necessaria. Entro il 2035, 18mila scolari in meno tra i 5 e i 9 anni

Il Sud sparisce, un pezzo alla volta. Mentalità e rassegnazione disegnano geografie di eterna dipendenza e invocazioni di antica assistenza. “Protocolli sociali” che alimentano la fuga da una terra sempre più povera di lavoro e di residenti. Bisognerebbe risalire il filo della storia, trovare il primo nodo, quello che conta per giustificare la resa. Leggere l’istante e il perché questa nostra regione si ritrovi sospesa lungo il bordo della disperazione. E l’autonomia differenziata rischia di portare il Mezzogiorno intero, già privato di tutto, verso un margine pericoloso tra povertà educativa, servizi inesistenti, fuga dai banchi ed emigrazione. In Calabria si vive esposti alle intemperie più che altrove. Qui, il rischio povertà o esclusione sociale per i bambini è salito al 44%. Il solo rischio povertà aggancia, invece, quota 34,5%. E c’è un altro campanello d’allarme, l’indice di grave deprivazione materiale e sociale che ha raggiunto l’11,8%. Uno scenario di povertà materiale ed educativa aggravato dagli effetti delle guerre e dal biennio di pandemia.
Il direttore generale della Svimez, Luca Bianchi, pensa allo Ius Scholae come una «opportunità». La riforma è pensata per conferire la cittadinanza ai minori stranieri, nati in Italia o arrivati prima dei 12 anni, che hanno frequentato regolarmente almeno cinque anni di studio in Italia. Gli ultimi dati del Ministero quantificano in 315.906 i minori stranieri che studiano nelle scuole primarie italiane, che corrispondono al 14% degli iscritti. In Calabria, l’incidenza degli allievi non italiani nella primaria vale il 5,5%. La Svimez evidenzia pure le differenze tra aree geografiche del paese con una maggiore concentrazione di bambini stranieri nella fascia di età 6-10 anni nelle aree del Nord Italia, più attrattive in termini di opportunità occupazionali e retributive per i genitori ma anche di accessibilità e qualità dei diritti essenziali per le famiglie.

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