La Calabria è sul fondo della classifica sulle performance regionali per opportunità di tutela della salute. Il dato emerge dal report diffuso nelle scorse settimane dal Centro per la Ricerca Economica nella Sanità ed è il risultato di un’analisi quali-quantitativa effettuata su diversi indicatori di performance del servizio sanitario il cui peso specifico è valutato da panel di stakeholder di categorie differenti: utenti, professionisti sanitari, istituzioni, management aziendale e industria medicale, per un totale di 104 esperti. Gli indicatori, invece, sono suddivisi in 6 aree tematiche: “appropriatezza”, “economico-finanziaria”, “equità”, “esiti di salute”, “sociale” e “innovazione”. Secondo l'indice di performance regionale sviluppato, la Calabria si posiziona all'ultimo posto tra le regioni italiane con un indice di performance pari al 26%, ben al di sotto della media nazionale e significativamente inferiore rispetto alle regioni migliori. Questo dato sottolinea una condizione di criticità nella qualità delle opportunità di tutela socio-sanitaria offerte ai cittadini calabresi. In vetta alla classifica, il Veneto arriva al 60%. I dati evidenziano come, in Calabria, il tasso di ospedalizzazione evitabile per patologie croniche sia particolarmente elevato, segnalando un'inadeguata gestione dei pazienti cronici a livello territoriale. Inoltre, il tasso di accessi al Pronto soccorso con codice bianco o verde nei giorni feriali è alto, suggerendo un uso improprio del Pronto soccorso per condizioni non gravi. Questi indicatori riflettono una carenza nei servizi di assistenza domiciliare e territoriale, come Guardie mediche, Case della Salute e medici di base. La spesa sanitaria pubblica pro-capite in Calabria è inferiore alla media nazionale. L'incidenza della spesa sanitaria privata sui consumi totali delle famiglie è elevata, indicativa delle difficoltà nell'accesso ai servizi sanitari pubblici e dell'onere finanziario che grava sui cittadini.