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Reggio, processo alla cosca Piromalli: a settembre attesa la sentenza

“Geolja”, dopo la requisitoria del pm devono intervenire gli ultimi difensori. Per la procura antimafia gli esercizi commerciali sarebbero stati taglieggiati e controllati dal potente clan di Gioia Tauro

Si avvia verso la conclusione il processo nato dall’inchiesta “Geolja”, indagine coordinata dalla Procura antimafia di Reggio Calabria contro la cosca Piromalli di Gioia Tauro. Sono otto gli imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario davanti al collegio del tribunale di Palmi. Il pm ha già formulato la richiesta di condanne e nel mese di settembre, dopo gli ultimi interventi dei difensori, i giudici palmesi emetteranno al sentenza.
Queste le richieste di condanna: Agostino Cappellaccio 4 anni di reclusione, Domenico La Rosa 10 anni, Antonio Gerace 8 anni, Alberto Pinto 4 anni, Maria Rita Priolo 4 anni, Giuseppe Pesce 8 anni, Girolamo Piromalli 18 anni e Salvatore Copelli 18 anni. Sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e illecita concorrenza con minaccia o violenza, con l'aggravante dell'utilizzo del metodo mafioso e intestazione fittizia di beni.

Al vertice e promotori dell’associazione mafiosa, secondo la Dda, ci sarebbero Girolamo Piromalli detto “Mommino” e Salvatore Copelli, per i quali l’accusa ha chiesto le pene più pesanti. Per l’imprenditore Antonio Gerace, invece, il Tribunale della libertà ha escluso l’associazione mafiosa. Risponde di una intestazione fittizia e l’ipotesi di concorrenza sleale.

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