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Calabria, la siccità dimezza i raccolti: a rischio bergamotto, uva e ulivo

Mentre la Regione dichiara lo stato di calamità i produttori lanciano un grido di aiuto. Pietro Sirianni (Coldiretti): «Si stimano perdite per oltre il 50% delle produzioni. Anche l’ulivo solitamente resistente avvizzisce»

La speranza è che la pioggia arrivi presto, anche se ormai i raccolti sono compromessi. La siccità, oltre a generare disservizi e disagi, mette in ginocchio uno dei settori trainanti del territorio reggino: l'agricoltura. Il caldo e l'assenza di pioggia, che in alcune località si protrae da mesi hanno stravolto coltivazioni e paesaggi. La desertificazione avanza. La Calabria ha chiesto lo stato di calamità per alcune aree e quelle reggine soprattutto della fascia ionica sembrano le più compromesse, assieme a quelle del crotonese. Distrutte non solo le colture irrigue come gli ortaggi a soffrire è tutto il settore agricolo anche quel comparto che storicamente si adatta di più ai cambiamenti climatici, come l'ulivo. I vigneti quelli che producono le uve per i vini più pregiati sono al minimo storico, tanto che in alcune località salta la stagione delle vendemmie. E poi c'è il bergamotto che per il secondo anno consecutivo vede compromessa la stagione. Le temperature alte combinate all’assenza di acqua stressano la chioma, aumenta la traspirazione, le foglie di avvizziscono, e si arriva alla cascola del prodotto.

Il tutto mentre si sta tentando di mettere a regime la riforma dei consorzi di bonifica accentrando tutto a Catanzaro. E non si tratta “solo” di una stagione difficile, ma di un trend che prosegue da qualche lustro e quest'anno pare aver toccato un picco davvero preoccupante. Tanti gli appelli che arrivano dalle associazioni di categoria.
«In alcune realtà della fascia ionica non piove da otto mesi – denuncia il direttore di Coldiretti, Pietro Sirianni –. Di media da cinque sei mesi non ci sono precipitazioni, i terreni sono asciutti e con il venir meno dell'acqua anche nei bacini idrografici, si riduce la quantità destinata all'irrigazione. Se una volta si poteva programmare due volte a settimana ora se va bene si riesce con una e le piante vanno in stress idrico e questo genera la cascola dei frutti». Un fenomeno che assume in dati percentuali da emergenza. «Le perdite sono generalizzate su tutto il territorio, ad oggi volendo fare una stima si va oltre il 50% di raccolta in meno. L’ulivo mostra sintomi chiari con l’avvizzimento e la caduta delle foglie. Si stima una perdita del 50% dei raccolti. Per non parlare del grano la cui contrazione arriva al 60% del raccolto rispetto allo scorso anno, tanto che qualcuno ha rinunciato anche alla trebbiatura per evitare i costi che l’operazione comunque comporta. La produzione vitivinicola è drammatica. Sulla fascia ionica la situazione è drammatica».

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