Lo Stato vuole ridurre alla fame i boss. Vuole portare via loro quello a cui tengono di più: i patrimoni. Il motivo è semplice: con i granai vuoti, i mafiosi non potranno più spadroneggiare, non potranno più far valere il loro potere, la loro autorità. Per troppo tempo sono stati la proposta alternativa e conveniente rispetto all’offerta dello Stato. L’autorità di coppole e reggipanza si è consolidata negli anni rendendo la ’ndrangheta non più solo una mafia, ma la mafia. Le ’ndrine si sono strutturate secondo le logiche del business, vendendo droga e comprando immobili, villaggi turistici, rilevando società e titoli azionari, condizionando le borse, trafficando in armi e infiltrandosi in politica. La loro forza resta quella “zona grigia”, un segmento obliquo che salda la mafia ai centri del potere. Un’alleanza che ha consentito ai clan di rispondere alla domanda proveniente dalla società civile offrendo beni e servizi. Un’attività di assistenza che è servita ad alimentare la sfiducia nelle Istituzioni che spesso non sono state in grado di mostrare il loro volto migliore non riuscendo a fornire risposte immediate ai cittadini. Ed è così che la Calabria e il Cosentino hanno cominciato a morire. Ma, adesso, le cose stanno cambiando attraverso una più efficace strategia che punta a prosciugare i pozzi e a piegare la rete affaristico-mafiosa. Del resto, strappare anche un solo centesimo ai mafiosi per loro è una punizione più pesante di anni vissuti in galera. Una ’ndrina senza “portafoglio” perde consenso sociale. Ed è così che si sta compiendo la rivincita delle Istituzioni con lo Stato che si riappropria di interi pezzi di questa terra in mano alla criminalità. Uno dopo l’altro, i prestanome, gli “amici” e gli “amici degli amici”, segnalati dalle forze dell’ordine, finiscono fuori dal circuito produttivo, fuori dal mercato degli appalti e delle forniture e non sono più in grado di alimentare il fatturato illecito dei clan. Spesso si tratta di ditte non direttamente mafiose ma “in odor di mafia”, utilizzate dalle “coppole” per infiltrarsi e puntare alle erogazioni pubbliche.