La premessa è d’obbligo: ogni stagione politica che si rispetti, presenta il suo carico di commissari. Figure buone per tutte le stagioni e destinate a espletare i compiti più diversificati. Una tendenza confermata anche durante questa legislatura targata Roberto Occhiuto. Già, perché sembra che la Regione Calabria preferisca la gestione commissariale degli enti sub-regionali e non quella ordinaria affidata agli organi statutari. Ovviamente in tal modo c’è la possibilità di nominare senza seguire procedure e individuare chi si vuole eludendo i numerosi vincoli legislativi. L’esempio di Art-Cal Il caso più eclatante è forse costituito dall’Art-Cal. Andiamo per ordine. Con la legge 35/2015, la Regione Calabria ha disciplinato i servizi di trasporto pubblico locale e ha istituito l’Art-Cal, quale Autorità regionale dei trasporti ed ente di governo del bacino unico calabrese. L’ente è dotato di personalità giuridica di diritto pubblico ed opera in piena autonomia e a quest’ultimo sono state attribuite importanti funzioni come la definizione dei programmi di esercizio, l’affidamento e l’esecuzione dei contratti di servizio, l’autorizzazione dei servizi a libero mercato. Il governo e la gestione dell’organismo sono affidate, con competenze diversificate, a tre organi: l’assemblea costituita dal presidente della Regione, dal sindaco della città metropolitana di Reggio Calabria, dai presidenti delle province e dai sindaci dei comuni; il presidente che viene eletto dall’Assemblea e dura in carica cinque anni; il Comitato istituzionale composto da rappresentanti della Città metropolitana, delle province, dei comuni e della stessa Art-Cal. Con una norma transitoria è stato previsto che, entro 30 giorni dalla entrata in vigore della legge, il presidente della regione nomina un commissario con la funzione di avviare la costituzione di Art-Cal ed assumere le funzioni di tutti gli organi dell’ente. Dunque un “monarca” assoluto dotato di totale autonomia, non essendo i suoi atti soggetti a controlli da parte della Regione.