La droga, le armi, il materiale di ogni tipo importato illegalmente e adesso anche il gas dannoso. Si susseguono i sequestri al porto di Gioia Tauro, certamente uno dei più sorvegliati d’Europa, dove le sorprese non mancano mai.
L’Ufficio delle Dogane di Gioia Tauro, questa volta, ha individuato un carico di oltre 40 tonnellate contenente idrofluorocarburi (hfc), nell’ambito «di un’attività – fanno sapere dall’ufficio – di verifica di operazioni segnalate con elevato profilo di rischio dal circuito doganale di controllo».
Nel dettaglio, i funzionari dell’Agenzia, dopo un primo accertamento sulla dichiarazione di importazione che conteneva indicazioni non conformi rispetto ai prodotti presentati allo sdoganamento – la merce, dichiarata dall’importatore come diclorometano, era in realtà gas fluorurato – hanno verificato l’effettiva natura del carico: per una parte, esso era costituito da 112 bombole di gas refrigerante non ricaricabili per le quali vige il divieto di importazione in base a quanto disposto dal Regolamento dell’Unione europea n. 573/2024, poiché impattanti sul clima, e, per la restante parte, da 3.377 bombole ricaricabili sottoposte a stringenti quote di accesso al territorio unionale.
Dopo aver prontamente informato la Procura della Repubblica di Palmi, diretta dal procuratore Emanuele Crescenti, le bombole contenenti hfc non ricaricabili sono state sottoposte a sequestro penale d’urgenza, successivamente convalidato dal gip del Tribunale di Palmi. L’Ufficio delle Dogane, in sinergica collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha inoltre disposto il sequestro amministrativo delle bombole ricaricabili a causa dello sforamento, da parte della società importatrice, della quota di “F-Gas” ad essa assegnata.
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