Mare sporco, ma non ovunque. Turismo in calo, fortunatamente non dappertutto. Criticità, ma non sempre e non in ogni luogo. Nell’ascoltare i gestori degli stabilimenti balneari calabresi, emerge un quadro differente in base alle località dei lidi.
A Pizzo, Mirko Mazza, titolare de “La Murena” si sofferma, anzitutto, sull’acqua non pulita in alcune ore della giornata. «Anche se in quest’ultimo periodo, sembra essere più nitida, non siamo certo soddisfatti – dichiara – i nostri luoghi meritano un mare stupendo, perché tale è, se non inquinato da cause esterne. Il turista, giustamente, pretende acque trasparenti e non chiazze di sporco durante alcune ore della giornata, soprattutto in quelle centrali. Qui si vive di turismo, istituzioni e autorità competenti non possono non tenerne conto. Senza considerare anche il forte calo di presenze che abbiamo avuto. Domenica le persone si concedono una giornata al mare, ma durante la settimana le spiagge sono pressoché deserte. Per non parlare, poi, del problema delle concessioni. Se non verrà fatta chiarezza, nessun imprenditore si sentirà mai sicuro e libero di fare investimenti».
Al lido “Pescespada”, a Colamaio, invece, si respira un clima di grande rammarico e di forte sfiducia. Il titolare, Bruno Bretti, si dice pronto a consegnare le chiavi e a chiudere tutto perché, nonostante continue battaglie e segnalazioni, il mare è sporco e di colore verdastro. «Gestisco il lido da oltre trent’anni – dichiara – e da un po’ l’acqua è totalmente cambiata. Ricordo bene quando il mare era così pulito che si potevano ammirare i pesci nuotare. Ora, è un disastro. Si parla di acque troppo calde, che scatenerebbero una fioritura algale. Ma io sono un ex pescatore e, in questo mare, tutte queste alghe non le ho mai viste. Certamente, dipenderà anche dalle correnti. Il golfo di Lamezia porta tutto qui. Abbiamo più volte evidenziato il problema, ma senza ottenere nulla. Ieri, gli ombrelloni erano tutti pieni. A un certo punto, è arrivato il solito liquame verdastro, di dubbia origine e con le bolle sopra. Ovviamente, la gente è sparita. Qua ci si salva solo quando le correnti girano al contrario».
A Palmi, tutt’altra storia. Domenico Parisi, titolare del “Lido Tahiti”, “Best Beach Club Calabria 2024”, racconta che lo stabilimento è stato costruito dai suoi genitori nel 1965. «Qui, va tutto bene – puntualizza – il mare è pulito più che mai. Ed è il vero motore che sta trainando l’estate. Seppur dopo il Covid si è assistito a un decremento di vacanzieri, con il rinnovo di tante spiagge e con la formula b&b tantissime ville e case hanno potenziato la nostra capacità ricettiva. E questo ha comportato un aumento del turismo straniero. Inoltre, il potenziamento dei collegamenti aerei ha giovato ulteriormente. Tantissime, infatti, sono le persone che raggiungono le nostre zone anche solo per un weekend». E, relativamente alla protesta indetta per venerdì da Sib-Fipe e Fiba-Confesercenti sulla direttiva Bolkestein, aggiunge: «Il presidente Occhiuto si è speso molto su questo, ribadendo che la Calabria non deve più essere la “quota” spiaggia libera d’Italia. La maggior parte delle spiagge libere si trovano da noi. E questo vuol dire spiagge sporche e abbandonate, dove non si può lavorare e non si può far nulla di concreto».
A Cariati, il lido “Mamitas Beach” è a gestione familiare. Il titolare è Giampiero Cosentino: «Nel corso degli anni, la nostra struttura è sempre più cresciuta e migliorata – rileva – e, conseguente, apprezzata e ricercata dagli utenti, registrando un costante aumento delle presenze stagionali. Anche se è innegabile che gli eventi degli ultimi anni, come la pandemia e le guerre, e la conseguente crisi economica hanno un po’ lasciato il segno anche nel nostro settore. Certo, la stagione turistica si è “accorciata”, i turisti si registrano soprattutto ad agosto e nella settimana di Ferragosto. Fortunatamente, il nostro mare è solitamente molto pulito e questo lo fa diventare meta preferita di tanti vacanzieri». Poi, si sofferma sulla manifestazione di dopodomani: «Una protesta giusta, alla quale sicuramente aderiremo. Quello che chiediamo è un discorso serio allo Stato. A oggi, siamo in una situazione di incertezza in cui i Comuni e gli enti locali non sanno cosa fare. Non possiamo trovarci in una condizione del genere senza sapere cosa sarà del nostro stabilimento e del nostro futuro. In generale, ritengo che vadano applicati dei correttivi alla direttiva Bolkestein e fatti dei distinguo che tengano conto delle diverse realtà territoriali».
Mare pulito e turismo in crescita anche a Squillace, nel Catanzarese, dove da sessant’anni la famiglia Napoli, oggi rappresentata dalle sorelle Margherita e Alba, gestisce il “Lido di Squillace”, a fine giugno inserito nella “Guida ai migliori beach club d’Italia”. «Il nostro è un turismo prettamente locale – spiegano – fatto da persone che rientrano a casa per le ferie. Ma non possiamo assolutamente lamentarci, la nostra è una clientela fissa. Che torna, perché si trova bene. Abbiamo un mare sostanzialmente pulito. Solo quando piove, a causa del fiume, può presentarsi un po’ di sporcizia. Che va via subito. E questo, senza alcun dubbio, aiuta molto». All’interno della struttura, Paolo Lanzillotti gestisce l’omonimo ristorante da 25 anni: «Siamo molto contenti del nostro lavoro e dei risultati ottenuti – rimarca – la nostra clientela manifesta sempre grande apprezzamento per il nostro lavoro. L’unica criticità alla quale siamo costretti a far fronte è la cronica carenza di personale. Un problema che, ogni anno, purtroppo peggiora».
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