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Sanità, Calabria all’ultimo posto per prevenzione e assistenza

La sanità resta “malata” e la conferma arriva dall’ultimo rapporto della Corte dei conti. Pazienti e operatori i più penalizzati

La sanità calabrese non versa in buone condizioni. A confermarlo non ci sono soltanto le testimonianze di utenti “condannati” a fare i conti con disservizi di vario genere ed operatori costretti a lavorare in condizioni proibitive. Una fotografia “impietosa” della situazione complessa arriva pure dalla Corte dei conti. Nella “Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni/Province Autonome per gli esercizi 2020-2023” pubblicata qualche giorno fa i giudici contabili hanno sottolineato una situazione problematica.
Nel 2022, il Nuovo sistema di garanzia del Ministero della Salute, utilizzato per il monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza, ha evidenziato criticità in alcune Regioni, con 13 Regioni/Province autonome che hanno superato la soglia di sufficienza in tutte le macroaree (assistenza e prevenzione, distrettuale e ospedaliera). La Provincia autonoma di Bolzano e le Regioni Abruzzo e Molise hanno avuto punteggi insufficienti nell’area della prevenzione, mentre la Campania nell’area distrettuale. Calabria, Regione Siciliana e Sardegna hanno ottenuto punteggi insufficienti in due macroaree, e la Valle d’Aosta in tutte. L’emergenza pandemica ha peggiorato i punteggi, tenuto conto che prima della pandemia solo sei Regioni presentavano profili di insufficienza. La macroarea della prevenzione presenta le maggiori criticità, seguita dalla distrettuale, mentre l’area ospedaliera mostra un miglioramento.
Analizzando le tre macroaree (prevenzione, distrettuale e ospedaliera) mettendo in relazione gli aspetti economico-patrimoniali acquisiti dal modello “LA” presente in” Openbdap” con i punteggi Lea pubblicati dal Ministero della Salute per il 2022, si osservano notevoli differenze regionali. Nell’area della prevenzione, l’Emilia-Romagna ha ottenuto il punteggio più alto con il 96,13%, mentre la Calabria ha registrato il punteggio più basso con il 36,59%. Per la macroarea distrettuale, la Toscana ha raggiunto il 96,42%, mentre la Calabria ha ottenuto il 34,88%. Infine, nella macroarea ospedaliera, la Provincia autonoma di Trento ha raggiunto il 98,35%, contro il 63,78% della Calabria. Questi dati mostrano una significativa variabilità nella qualità dei servizi sanitari tra le diverse Regioni italiane.

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