Natale Mazzuca è vicepresidente nazionale di Confindustria con delega al Mezzogiorno. Un ruolo rilevante per l’imprenditore calabrese ( è di Cosenza) che è stato pure al vertice di Unindustria regionale. Approfittiamo della sua presenza nella città d’origine per porgergli alcune domande sui temi più complessi che, negli ultimi mesi, hanno investito l’economia, la politica, il sistema dei trasporti.
Lei ricopre un ruolo importante nel mondo industriale italiano: com’è questa esperienza ai vertici di Confindustria?
«Rappresentare il Mezzogiorno nel Sistema di Confindustria vuol dire dar voce a territori e imprese che manifestano la forte esigenza di vedere le loro istanze valorizzate nell’ambito del dibattito istituzionale. È un compito che sento di svolgere nella consapevolezza che il Mezzogiorno è ancora afflitto da deficit di varia e ampia natura, che ne penalizzano la competitività, ma che ci si trova di fronte al più grande serbatoio di crescita potenziale per il Paese».
Mi faccia un esempio?
«Un dato su tutti, nel solo 2023 l’export del Sud è cresciuto del 17% rispetto all’anno prima e parliamo di una vera e propria piattaforma logistica, produttiva ed energetica, ponte tra Europa, Africa ed Asia strategica per lo sviluppo di tutta l’area mediterranea. Senza contare la filiera turistica che rappresenta un sicuro volano di crescita se integrata con l’offerta culturale, ambientale ed enogastronomica. Oggi ci troviamo in una situazione favorevole, in cui le risorse a disposizione, tra coesione e Pnrr, non mancano. Ciò che non vedo è l’ossessiva spinta all’attuazione, la stessa che hanno, spesso, i nostri imprenditori quando affrontano la competizione su scala internazionale».
Esiste una grave gap infrastrutturale nel Meridione e questo certo non ne favorisce lo sviluppo nè l’aumento di competitività con altre aree del Paese. Occorre fare di più?
«Connettere i territori è fondamentale e non più procrastinabile. Nessuno può permettersi il lusso reale di rischiare di isolare una parte del Paese che è fondamentale per la crescita. Le principali direttrici da seguire sono lo sviluppo di un sistema di trasporto di massa veloce potenziato ed esteso con collegamenti su ferro più sicuri e frequenti, adeguando le linee ai fini dell’utilizzo dell’alta velocità. Dal punto di vista ferroviario, è necessario rafforzare le principali direttrici meridionali: La Salerno - Reggio Calabria, la Napoli - Bari e le reti interne delle isole. È utile realizzare il Ponte sullo stretto di Messina, incluso recentemente nel Regolamento UE Ten-T, che ha ridefinito la Mappa delle grandi reti di trasporto Europee in grado di creare opportunità non solo per il Mezzogiorno, ma per l’Italia intera e finanche per l’Europa. Al contempo, occorre potenziare le infrastrutture interne delle regioni coinvolte per rendere il Sud più integrato e competitivo con il resto del Paese. Inoltre, va completato il corridoio europeo Scandinavo-Mediterraneo e il collegamento con l’Alta velocità dalla Sicilia al continente. Senza dimenticare le infrastrutture idriche, tra cui le dighe in Campania e Sicilia e gli acquedotti sardi, su cui è molto importante intervenire».
Caricamento commenti
Commenta la notizia