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Sanità, in Calabria l’emergenza-urgenza è in affanno. I soccorritori del 118 costretti ad operare in condizioni proibitive

La Cisl: tagli e disorganizzazione. Il sindacato interviene su una delle vertenze più “calde” dell’estate Giordano: «Come si può combattere una guerra senza esercito?»

Senza mezzi e senza personale. Ambulanze spesso costrette a viaggiare senza medici a bordo e, talvolta, addirittura senza infermieri. Insomma, una situazione di ordinario caos in un periodo dove la domanda di assistenza sanitaria è altissima. «Si prosegue con tagli ed accorpamenti - attacca la Cisl Fp guidata in Calabria da Luciana Giordano - che seguono logiche discutibili, sicuramente non funzionali all’obiettivo di capillarizzare, armonizzare, efficientare, provvedere all’implementazione del Personale destinato all’Area dell’Emergenza Urgenza seguendo una logica di multidisciplinarietà, garantendo la presenza di tutte le Figure che compongono gli equipaggi delle ambulanze, dei veicoli dedicati, delle sale operative.

Un obiettivo ben lungi dall’essere raggiunto anche dal punto di vista del reclutamento della risorsa umana, visto che, mentre alcune figure del “Team” prendono servizio, delle altre figure professionali tuttora mancanti ed indispensabili non si ha ancora notizia. In particolare, le gravi criticità che persistono sull’attività della sala operativa regionale del Suem 118 Area Sud inficiano quotidianamente la tempestività e la qualità della gestione dell’emergenza urgenza, esponendo il personale in servizio a seri rischi di commettere errori di gestione e valutazione causati da stress lavorativo dovuto alla pressante richiesta di interventi e all’imperante disorganizzazione. Condizioni lavorative che inevitabilmente si ripercuotono sugli stessi pazienti, bisognosi di interventi di soccorso immediati ed efficaci».

«Vorremmo ricordare, qualora ce ne fosse bisogno, che la Sala operativa 118 “Sud” è deputata a coordinare i soccorsi per le province di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria per un totale di oltre un milione di abitanti. La mole di richieste di soccorso dovrebbe essere gestita da 8/10 operatori a turno; invece, sono presenti in servizio solo 5/6 unità infermieristiche che devono fronteggiare le molteplici richieste di soccorso da parte dell’utenza».

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